Sei bambini, una donna e un uomo sono morti a Zuara, nel el nord-ovest della Libia, per soffocamento all’interno di una cella frigorifera di un tir nel quale erano stati ammassati insieme a un centinaio di altri migranti in attesa di poter salpare per il Mediterraneo a bordo di un gommone o di qualche altro natante di fortuna.
Lo ha reso noto la direzione della sicurezza nazionale di Zuara.
I corpi sono stati trovati dalla polizia libica nel corso di un controllo nell’ambito delle attività contro i trafficanti di vite umane nella zona di Zuara, a 110 chilometri da Tripoli.
Le forze dell’ordine sono intervenute sul posto dopo una segnalazione: i migranti erano abbandonati all’interno del rimorchio chiuso – per lungo tempo – insieme a taniche di benzina e sono morti per le esalazioni della benzina mentre attendevano di compiere l’ultimo tratto di viaggio verso l’Europa.
Decine di loro sono stati ricoverati per problemi respiratori e sono in condizioni critiche.
I migranti provenivano da vari paesi dell’Africa subsahariana e arabi, così come dal Pakistan e dal Bangladesh. Erano stati chiusi all’interno di un container refrigerato progettato per il trasporto di carne o pesce che è stato trovato appena fuori Zuwara, vicino al complesso petrolifero e di gas di Mellitah.
Zuwara è uno dei punti lungo la costa occidentale della Libia, dove contrabbandieri e trafficanti di esseri umani nascondono i migranti prima di imbarcarli su gommoni o barconi per cercare di attraversare l’Europa.
La notizia è emersa all’indomani del botta e risposta tra l’Unione Europea e il ministro dell’Interno Matteo Salvini proprio in tema di sicurezza del paese libico.
“Sulla Libia o si cambia o ci muoviamo da soli” – “L’Unione Europea vuole continuare ad agevolare lo sporco lavoro degli scafisti? Non lo farà in mio nome, o si cambia o saremo costretti a muoverci da soli”, ha scritto il ministro dell’Interno Matteo Salvini sul suo profilo Facebook, in risposta alle dichiarazioni della Commissione europea.
L’Unione Europea aveva infatti risposto al ministro dell’Interno che aveva chiesto alla Ue di dichiarare “sicuri” i porti libici dove rimandare i migranti: “Nessuna operazione europea o nave europea fa sbarchi in Libia perché noi non consideriamo la Libia un porto sicuro”.
La polemica è cominciata con la conferenza stampa di Salvini da Mosca: “Dobbiamo cambiare la normativa e rendere i porti libici sicuri. C’è questa ipocrisia di fondo in Europa in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le motovedette e si addestra la Guardia Costiera ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro”, aveva detto il ministro.