Migranti siriani dalla Turchia, Grecia sospende domande asilo per un mese
Mentre la Turchia scatena una nuova ondata migratoria senza precedenti sull’Europa, lasciando passare per il confine migliaia di migranti siriani, la Grecia reagisce sospendendo le domande d’asilo per un mese intero. Un botta e risposta avvenuto negli ultimi due giorni, dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, in risposta all’omicidio di 36 soldati in Siria, lamentando la mancanza di sufficiente appoggio europeo ha deciso di rimandare in Europa parte dei rifugiati siriani ospitati ad Ankara.
Sono almeno 80mila le persone – soprattutto donne e bambini – che in questi giorni hanno attraversato la frontiera della Turchia entrando in territorio greco. Così, per evitare un esodo di massa la Grecia ha deciso di blindare le frontiere, sospendendo per un mese il diritto di asilo a tutti coloro che entrano illegalmente nel suo territorio. Ciò significa che, fatte salve le persone che hanno già ottenuto lo status di rifugiato, per un mese non sarà possibile fare nuove domande di asilo alla Grecia. Si crea, così, un circolo vizioso che vede la Turchia spingere i migranti siriani verso la Grecia e Atene, a sua volta, respingerli indietro in un limbo senza fine. Sul confine, inoltre, la polizia ha ingaggiato anche diversi scontri con i migranti che provano a entrare, utilizzando persino gas lacrimogeni.
La Turchia attualmente ospita 3,7 milioni di rifugiati, non solo siriani ma anche provenienti da altri Paesi come l’Afghanistan. In precedenza aveva impedito loro di partire per l’Europa grazie a un accordo con l’Ue. Erdogan però ha accusato Bruxelles di aver infranto le promesse fatte nel 2016, quando Ankara aveva accettato di contribuire a “rafforzare” il confine sud-occidentale dell’Unione europea, di fatto trattenendo i migranti in cambio di 3,6 miliardi.
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