L’account italiano Twitter della ong Sea Watch ha pubblicato un video registrato a bordo della nave nel pieno di una tempesta in mare.
“Il 13esimo giorno con i nostri ospiti a bordo di #SeaWatch3 inizia a poche miglia dalle coste di #Malta (dove ci è stato permesso di cercare riparo dalla tempesta), mentre i ministri dell’Ue continuano a contrattare per 32 esseri umani”: sono queste le parole dure che accompagnano il filmato.
Sull’imbarcazione della ong tedesca, infatti, ci sono da tempo diversi migranti, inclusi donne e bambini. In attesa di capire dove potranno essere accolti, è sorta una polemica tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
Le sorti della Sea Watch
Le navi delle ong Sea Watch e Sea Eye, con a bordo complessivamente 49 migranti, sono bloccate da quasi due settimane nel mar Mediterraneo in attesa di un porto sicuro dove poter sbarcare.
Nella serata di giovedì 3 gennaio 2019, secondo quanto riporta il quotidiano francese Le Monde, la Francia si è detta disponibile ad accogliere una parte di questi migranti “nel contesto di uno sforzo europeo e per le persone che necessitano protezione”. Stessa disponibilità sarebbe arrivata da Germania e Paesi Bassi.
Il giorno precedente, mercoledì 2 gennaio, Malta aveva concesso alle due navi l’autorizzazione ad entrare in acque maltesi per ricevere assistenza, senza però autorizzare lo sbarco dei migranti.
Secondo il Times of Malta, il permesso è stato concesso dopo che l’équipe medica a bordo della nave ha riferito di un deterioramento delle condizioni di salute dei migranti a bordo, molti dei quali stanno soffrendo di mal di mare, e della fine delle scorte di acqua e cibo.
Le condizioni del mare sono a dir poco tragiche: onde alte tre metri, maestrale a venti nodi, temperature sotto lo zero e in peggioramento. A bordo ci sono 3 bambini di 1, 6 e 7 anni, che stanno vomitando in continuazione.
I 32 migranti a bordo dell’imbarcazione Sea Watch sono stati salvati lo scorso 22 dicembre a largo della Libia. E da allora vagano nel Mediterraneo in cerca di un porto per lo sbarco, negato finora da Malta, Italia e Spagna.
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