I criminali di guerra provano a entrare nel Regno Unito. Il Ministero degli Affari Interni inglese ha osservato che nel 2012, circa 100 presunti criminali di guerra hanno presentato la domanda per l’immigrazione in Gran Bretagna.
Nella maggior parte dei casi i richiedenti arrivano da Afghanistan, Iran, Iraq, Libia, Ruanda, Serbia e Sri Lanka e hanno già vissuto nel Regno Unito per alcuni anni.
I dati del Ministero sulle procedure per l’immigrazione sono stati elaborati dalla Bbc dopo i risultati dell’istanza fatta dalla stessa emittente sulla libertà d’informazione.
In 15 mesi da gennaio 2012, il Ministero dell’Interno ha condotto ricerche su 800 casi di individui sospettati di aver commesso crimini di guerra o contro l’umanità. Ha emesso “raccomandazioni negative” per 99 persone che avevano richiesto la cittadinanza, l’asilo o il permesso di restare nel territorio britannico. Altri 16 sospettati per crimini di guerra avevano richiesto di entrare nel Regno Unito.
I gruppi a sostegno dei diritti umani hanno reagito richiamando l’attenzione sull’importanza di perseguire i criminali di guerra in Gran Bretagna. Le corti inglesi sono comunemente inclini a bloccare le espulsioni se i sospetti rischiano di andare in contro a morte o a torture quando fanno ritorno nel loro Paese d’origine.
Il Ministero dell’Interno è deciso a non fare del Regno Unito un “rifugio per criminali di guerra”.
Il deputato Michael McCann, presidente del gruppo parlamentare per la prevenzione del genocidio, ha affermato che i dati rivelano il bisogno di una trasparenza maggiore da parte del governo inglese quando durante le procedure per immigrazione e cittadinanza si ha a che fare con dei profili di questo tipo.
Più di 700 potenziali criminali di guerra sono stati identificati dall’ufficio immigrazione inglese nel periodo tra il 2005 e il 2012.
Dei 99 casi di sospetti criminali accertati nel 2012, tre individui sono stati espulsi. A 20 di loro è stata respinta la richiesta d’asilo e a 46 di loro invece è stata rifiutata la cittadinanza ma è probabile che siano rimasti sul territorio.
La difficoltà di investigare sui sospetti per i crimini internazionali di guerra ha come risultato la mancanza di condanne efficaci, secondo quanto sottolineano gli attivisti per i diritti umani. La polizia inglese non dispone dei mezzi necessari per portare avanti da sola delle indagini approfondite e manca di un appoggio da parte del potere politico.
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