La decisione di Vienna dell’11 aprile di chiudere il confine tra Italia e Austria sul passo del Brennero è francamente un’iniziativa poco comprensibile.
Prima di tutto, partiamo dal presupposto che un sistema comunitario europeo a livello migratorio non esiste. Quindi anche trattati come la convenzione di Dublino, firmata nel 1990 dagli stati dell’Unione europea, che dovrebbero stabilire delle regole comunitarie sull’accoglienza dei richiedenti asilo, vengono trascurati.
Infatti, molti paesi preferiscono adottare decisioni a livello nazionale sulla questione dei migranti invece che basarsi su trattati specifici come quello di Dublino, regolamento peraltro vago e con delle lacune enormi.
Fatta questa premessa, dobbiamo sottolineare che la rotta principale dei profughi rimane quella dei Balcani, quindi il Brennero sarebbe fuori da ogni discussione.
Certo è che se i migranti dovessero intraprendere una nuova strada, che passa dall’Italia e prosegue verso Austria e Germania. Il Brennero potrebbe diventare un confine fondamentale. Ma ancora non è prevedibile se e quando questa nuova rotta potrebbe essere imboccata dai flussi migratori.
Inoltre, le elezioni del presidente federale della Repubblica d’Austria, che si terranno il 24 aprile, condizionano non poco la decisione presa riguardante il Brennero.
Non dobbiamo dimenticare che l’attuale governo al potere è un governo socialista, che finora ha sempre praticato la Willkommenskultur (Cultura dell’accoglienza), e per questo l’innalzamento del “muro” sembrerebbe più una mossa di convenienza politica che altro.
Ciò dimostra l’ipocrisia dell’Spö, partito al governo, che tenta così di non perdere ulteriori voti nelle prossime elezioni, andando contro i suoi stessi ideali politici e alzando delle vere e proprie barriere migratorie.
Ricapitolando, la decisione di chiudere il valico altoatesino, oltre a essere una mossa di scarsa efficacia dal punto di vista del flusso migratorio, è anche un tentativo disperato da parte dei partiti tradizionali, i quali, in crisi oramai da alcuni anni perché incapaci di capire gli umori dei cittadini, non vogliono perdere terreno nei confronti della sempre più forte destra xenofoba austriaca.
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