A volte per raccontare le dimensioni di una tragedia non servono parole, ma sono sufficienti solo delle immagini. Come quella scattata dal fotoreporter greco dell’agenzia AFP, Aris Messinis, durante l’ennesimo salvataggio in mare di un barcone carico di migranti.
Una scena raccapricciante e al contempo drammatica, che riassume in sé la portata di questa crisi. Un gruppo di profughi a bordo di un gommone tenta in tutti i modi di salvarsi. Hanno uno sguardo terrorizzato e cercano disperatamente una via di fuga, l’unica possibile. E nel tentativo di mettersi in salvo, sono costretti a calpestare e scavalcare i loro compagni deceduti nella lunga traversata via mare.
Da un lato, una distesa di corpi senza vita di uomini e donne ammassati gli uni sugli altri; dall’altra, coloro che sono riusciti a salvarsi.
Quando Messinis ha scattato quella foto si trovava a bordo di una nave da soccorso – Astral – battente bandiera spagnola e ancorata al largo delle coste libiche. E come lui stesso ha raccontato al New York Times, “in tanti anni non avevo mai visto una cosa del genere”.
Stepping over the dead on a migrant vessel ‘Just like a slavery boat’. Must-see photos by @ArisMessinis https://t.co/IMePI9d8oW pic.twitter.com/hZ0dK41PdC
— David Furst (@DavidFurstNYT) 5 ottobre 2016
A bordo del gommone di fortuna erano stipati almeno un migliaio di profughi provenienti dall’Eritrea, dall’Etiopia, dalla Somalia e dalla Nigeria e altri paesi dell’Africa subsahariana. Sono stati trovati in mezzo al mare e soccorsi dall’imbarcazione Astral martedì 4 ottobre.
Nell’ultima settimana sono stati effettuati 11mila salvataggi effettuati nel Mediterraneo da parte di gruppi di volontari e della guardia costiera italiana. “Queste persone erano in preda al panico”, ha dichiarato ancora Messinis.
All’interno del gommone di fortuna sono stati rinvenuti in tutto 29 corpi: 10 uomini e 19 donne. Non sono riusciti a superare la traversata notturna.
I migranti sottocoperta erano incastrati fra di loro, senza alcuna possibilità di movimento, lottando per uscire nel poco spazio a disposizione. “Molti di loro non hanno mai visto il mare in tutta la loro vita”, ha raccontato una delle volontarie dell’associazione spagnola impiegata su Astral.
Aris Messinis per tanti anni ha coperto i conflitti in Libia e Siria e ha fotografato la crisi migratoria europea negli ultimi tre anni. In molte occasioni, il fotoreporter ha messo da parte la sua macchina fotografica per aiutare i soccorritori nel salvataggio di migliaia di vite umane.
“Ho documentato tante morti, ma questo mai. Aver assistito a tutto ciò è stato scioccante e tutto questo ti fa sentire come se non vivessimo in un mondo civile”.
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