Nella mattinata del 9 agosto un trafficante di uomini a capo di un’imbarcazione con a bordo centinaia di migranti ha costretto almeno 180 persone, in maggioranza adolescenti etiopi ed eritrei, a gettarsi in mare mentre si avvicinavano alla costa di Shabwa, al largo dello Yemen, nel golfo di Aden.
A riferirlo è stata l’Organizzazione internazionale per la migrazione (Oim). Almeno 55 persone sarebbero affogate a causa del comportamento criminale del trafficante.
Lo staff dell’Oim ha scoperto quasi per caso la strage, durante un pattugliamento di routine della costa yemenita hanno infatti trovato i corpi di 29 persone sepolti nella sabbia dai sopravvissuti e ha soccorso 27 ragazzi che erano riusciti a raggiungere la riva.
Altri 42 migranti soccorsi dall’Oim sono stati poi trasferiti in alcuni centri gestiti dai funzionari delle Nazioni Unite per essere assistiti. In totale risultano ancora disperse 22 persone che erano a bordo dell’imbarcazione.
L’organizzazione riferisce che l’età media dei migranti che sono stati gettati in mare è di 16 anni. “I sopravvissuti hanno detto ai nostri colleghi sulla spiaggia che il trafficante li ha spinti in mare quando si è visto scoperto dalle autorità che pattugliavano la costa”, ha detto Laurent de Boeck, a capo della missione dell’Oim in Yemen.
“Ci hanno anche detto che l’uomo è già tornato in Somalia per continuare la sua attività e per raccogliere altri migranti da trasportare in Yemen sulla stessa rotta: è sconvolgente e disumano, la sofferenza dei migranti su questo percorso è enorme, i giovani pagano i trafficanti con la falsa speranza di un futuro migliore”.
Nel 2017, secondo l’Organizzazione internazionale per la migrazione, almeno 55mila persone hanno lasciato il Corno d’Africa per raggiungere lo Yemen, soprattutto allo scopo di cercare migliori opportunità nei paesi del Golfo. La guerra non permette infatti alle autorità yemenite di controllare le frontiere.
Più di 30mila di questi migranti hanno meno di 18 anni e provengono soprattutto dalla Somalia e dall’Etiopia e un terzo di loro sono donne.