In Cina, ogni anno, vengono uccisi migliaia di asini per la produzione di un medicinale tradizionale cinese.
Tramite l’utilizzo della pelle dell’asino, unita a alcol e acqua calda, viene prodotta un particolare tipo di gelatina.
A denunciare i maltrattamenti a cui vengono sottoposti gli asini, è stata l’organizzazione per i diritti degli animali Peta Asia tramite la pubblicazione di un video filmato all’interno delle fattorie cinesi.
Nelle riprese del video vengono mostrati piccoli asinelli presi a bastonate sulla testa per ucciderli. Secondo Peta Asia, vengono presi a bastonate perché è il metodo più economico per la loro macellazione.
L’Ejiao, il nome della gelatina della pelle d’asino, viene utilizzato sia come medicinale che come prodotto cosmetico.
Secondo la medicina tradizionale cinese, il suo utilizzo aiuta la circolazione del sangue, specialmente per le donne.
Il medicinale, molto in voga tra le classi cinesi più abbienti, viene utilizzato anche come un trattamento contro l’invecchiamento e rimedio per l’insonnia.
Il mercato dell’ejiao è sempre più in crescita, è presente tra gli ingredienti di diversi prodotti alimentari, come le caramelle, e nelle bevande.
Peta Asia ha affermato di aver pubblicato il filmato per una maggiore sensibilizzazione sul tema e per convincere i consumatori a non acquistare più l’ejiao.
“Per il commercio degli ejiao, gli asini di appena cinque mesi vengono colpiti ripetutamente alla testa. Gli asini muoiono in maniera lenta e agonizzante. Tutto questo per una sostanza di cui nessuno ha bisogno”, ha dichiarato Mimi Bekheci, direttore dei programmi internazionali di Peta Asia.
“Peta Asia invita le persone a non acquistare più questa sostanza e di invitare amici e parenti a fare altrettanto” ha poi proseguito Mimi Bekheci.
Un osservatore dell’organizzazione per gli animali ha inoltre affermato di aver visto gli animali in pessime condizioni e malnutriti, con acqua sporca da bere e solo alghe da mangiare.
“Uno degli asini dopo aver preso una bastonata ha urlato e ha tentato di fuggire attraverso un cancello lasciato aperto. Gli asini vengono lasciati sotto al sole per lunghe ore e in pessime condizioni”, ha dichiarato l’osservatore di Peta Asia.
Molti paesi, tra cui il Burkina Faso, hanno deciso di non esportare più asini alla Cina, ritenendo la domanda da parte del paese asiatico ormai insostenibile.
Nel 2016, un funzionario del governo nigeriano, aveva dichiarato alla Bbc che circa 80.000 asini sono stati esportati per la Cina rispetto ai 27.000 dell’anno precedente.
Secondo la Cnn, il numero degli asini in Cina è diminuito da 11 milioni a 6 milioni dagli anni Novanta.