Decine di migliaia di cittadini turchi hanno marciato per 400 chilometri nelle ultime tre settimane per chiedere al governo di allentare la morsa sulla democrazia del paese.
La “marcia per la giustizia” è partita da Ankara ed è arrivata oggi, 9 luglio, a Istanbul, su iniziativa del leader del partito popolare repubblicano di opposizione, Kemal Kilicdaroglu, come protesta dopo la detenzione di uno dei suoi parlamentari, Enis Berberoglu.
L’iniziativa di Kilicdaroglu è stata accolta da migliaia di cittadini lungo la strada ed è attesa una grandissima folla a Istanbul all’arrivo della marcia. Obiettivo principale della protesta è il presidente Recep Tayyip Erdogan.
“La Turchia ha smesso di essere un paese democratico, è ormai retta da un uomo solo”, ha spiegato Kilicdaroglu alla CNN. “Questo non lo possiamo accettare”.
Nonostante la fatica e le alte temperature, il corteo che è giunto a Istanbul era festoso e pacifico.
La marcia arriva quasi un anno dopo che il fallito golpe militare del 15 luglio ha fatto cambiare direzione al paese, conducendo la Turchia verso una dittatura de facto.
In seguito al tentativo di colpo di stato, Erdogan e il suo governo hanno bloccato le libertà civili in tutto il paese, con epurazioni che hanno colpito le istituzioni pubbliche e le università, hanno fortemente limitato i media e hanno ordinato arresti di massa di attivisti, giornalisti e opposizione politica.
Il paese è ancora sotto lo stato di emergenza.
Lo scorso aprile Erdogan, dopo un referendum, ha ottenuto nuovi poteri straordinari trasferiti dal parlamento al governo. Il ruolo di presidente della repubblica in Turchia è tradizionalmente cerimoniale, ma Erdogan ha assunto il ruolo di leader e capo della nazione.
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