Elezioni Usa 2020, Michelle Obama: “Trump? Presidente sbagliato”
E’ stata senza dubbio Michelle Obama la protagonista dell’apertura della convention dei Democratici in vista delle elezioni in Usa del 3 novembre 2020. L’ex first lady è intervenuta in streaming, come tutti gli altri partecipanti (decine di oratori, tra cui una schiera di repubblicani contrari a Donald Trump, moderati dall’attrice Eva Longoria), a causa della pandemia da Coronavirus. Nel suo discorso c’è stato spazio non solo per il sostegno al candidato democratico Joe Biden e alla sua vice Kamala Harris, ma anche per diverse stoccate a Trump. “E’ il presidente sbagliato per il nostro Paese – ha dichiarato Michelle Obama -, ogni volta che guardiamo a questa Casa Bianca appellandoci a una guida o in cerca di consolazione, o di qualsiasi parvenza di fermezza, ciò che vediamo è il caos, la divisione e una totale e completa mancanza di empatia”. Mai un’ex first lady era stata così dura nei confronti di un presidente degli Stati Uniti in carica: la moglie di Barack Obama ha definito il tycoon un uomo privo di competenza, di carattere e persino di decenza. Un messaggio fortissimo, nel giorno in cui i sondaggi danno Biden in vantaggio di circa 12 punti proprio sull’attuale inquilino della Casa Bianca.
Michelle Obama ha poi definito Biden un “fantastico vicepresidente” e ha detto di averlo conosciuto bene durante gli otto anni in cui è stato il numero due di suo marito. “Sa cosa serve per salvare un’economia, respingere una pandemia e guidare il nostro paese”, ha aggiunto. Biden “dirà la verità e si fiderà della scienza”, ha aggiunto mandando una frecciatina proprio a Trump, più volte accusato di aver ignorato i consigli dei suoi consulenti scientifici su come rispondere alla pandemia da Coronavirus. “Bisogna votare il prima possibile, bisogna votare ora, stasera stessa e inviare per posta la propria scheda elettorale”, ha detto ancora la moglie di Barack Obama, perché “le nostre vite dipendono da questo voto”. Per l’ex first lady “nessun candidato presidente è perfetto”, ed è dell'”umiltà di Joe Biden” che il popolo americano ha bisogno in questo momento storico.
Tra i protagonisti della serata c’è stato anche Bernie Sanders, il socialista che fino all’ultimo ha conteso la nomination a Biden. Il senatore del Vermont ha avvertito che Trump “ci sta guidando sulla via dell’autoritarismo” e lo ha paragonato a un Nerone, che mentre la città brucia, invece di suonare la lira, gioca a golf. “Il futuro della nostra democrazia è in gioco” e eleggere Biden al posto di Trump è una necessità assoluta, ha sottolineato, “il prezzo del fallimento è semplicemente troppo alto per essere immaginato”. Non è intervenuto invece il candidato presidente Biden, che alla fine della manifestazione ha twittato: “Stasera abbiamo visto che gli americani sono pronti a unirsi e che noi persone possiamo superare queste crisi ed emergere più forti che mai”.
Questa sera parleranno invece l’ex presidente Bill Clinton e di Jill Biden, la moglie del candidato. Mercoledì, toccherà a Barack Obama e per Kamala Harris sarà il momento di presentarsi sotto i riflettori prima del culmine della convention, giovedì, quando Biden accetterà formalmente la nomina democratica e pronuncerà il suo discorso di accettazione.
Mentre sul web ieri infiammava l’apertura della convention dei suoi avversari politici, il presidente americano si trovava a un evento in Wisconsin, lo Stato in cui i democratici avrebbero dovuto tenere il loro evento dal vivo. Parlando ai suoi sostenitori in aeroporto, Trump ha accusato Biden e la Harris di cercare di attuare “folli politiche socialiste” e ha avvertito che le elezioni del 2020 saranno “le più pericolose” di sempre. “L’unico modo in cui perderemo queste elezioni è se le elezioni sono truccate”, ha aggiunto. Trump ha confermato poi la sua ferma contrarietà al voto per posta, destinato secondo il tycoon a essere alterato da una frode elettorale, e ha minacciato di bloccare ulteriori finanziamenti che secondo i democratici sono urgentemente necessari per consentire al servizio postale degli Stati Uniti di lavorare milioni di schede.
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