Sono molti di più i messicani che scelgono di tornare in Messico rispetto a quelli che decidono di intraprendere un viaggio della speranza attraverso il deserto per arrivare negli Stati Uniti, secondo una ricerca del Pew Research Center pubblicata giovedì 19 novembre.
Più di 16 milioni di messicani sono emigrati negli Stati Uniti dal 1965 al 2015, un numero che supera qualsiasi altro flusso migratorio. Tuttavia, sono dieci anni che il flusso migratorio messicano sta diminuendo, secondo quanto ha dichiarato il direttore della ricerca Mark Hugo Lopez.
Dal 2009 al 2014 oltre un milione di messicani ha attraversato la frontiera assieme alle proprie famiglie per tornare in Messico, mentre 870mila sono emigrati negli Stati Uniti: una differenza di 140mila migranti che hanno preferito tornare in Messico.
(Qui sotto: un grafico mostra il declino del flusso migratorio dal Messico agli Stati Uniti dal 1850 al 2014)
Tre sono le principali motivazioni che spingono molti dei messicani a tornare nel loro Paese.
Il 61 per cento dei migranti, che fino al 2009 viveva negli Stati Uniti, ha dichiarato di essere tornato per ricongiungersi con le proprie famiglie, secondo quanto riporta una statista del centro messicano Instituto Nacional de Estadísticas y Geografía.
“Il fatto è che la ripresa economica degli Stati Uniti dalla grande recessione è lenta e insoddisfacente”, sostiene il professore dell’università della South Carolina Dowell Myers.
In Messico invece la situazione economica è ora stabile anche grazie all’Accordo nordamericano per il libero scambio (Nafta) che ha stabilito il libero scambio commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico.
Un terzo motivo è il rafforzamento dei controlli al confine. Il 14 per cento dei migranti che tentano di superare la frontiera è stato fermato alla frontiera e rimandato a casa.
La frontiera tra Stati Uniti e Messico è la più famosa al mondo, soprattutto perché conta il maggior numero di attraversamenti illegali, stimato a più di un milione ogni anno.
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