“Per riuscire nella sua missione, il G20 deve avere il coraggio di confrontarsi con le sfide più difficili in agenda, a partire dalle conseguenze del conflitto ucraino in ambito economico, energetico e alimentare che stanno investendo tutti e stanno senza dubbio colpendo in maniera preponderante i Paesi in via di sviluppo”: da Bali Giorgia Meloni parla al vertice delle 20 maggiori potenze mondiali, in una conferenza prevalentemente al maschile che la vede unica donna rappresentante di uno Stato. Le altre sono la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la direttrice generale del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva e quella dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) Ngozi Okonjo-Iweala. “Quando l’Indonesia ha assunto la Presidenza del G20 – ha spiegato la premier – era impossibile prevedere che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina e il devastante impatto che ciò avrebbe avuto sull’ordine mondiale e sulle nostre economie”.
A fare gli onori di casa Joko Widodo, presidente dell’Indonesia dal 2014. “Presidente Widodo – ha poi aggiunto Meloni rivolgendosi a quest’ultimo – l’anno scorso a Roma nessuno avrebbe pensato che si sarebbe arrivati a questo, con la guerra, la crisi alimentare e l’emergenza energetica. Ma non abbiamo permesso a nessuno di intimidirci”. L’agenda di Meloni a margine dei lavori del summit prevede un faccia a faccia con il presidente della Repubblica Popolare cinese, Xi-Jinping, con il premier indiano, Narendra Modi, con il primo ministro canadese, Justin Trudeau e con il premier giapponese, Fumio Kishida. La premier ha già avuto un bilaterale di circa un’ora con Joe Biden, nel corso del quale la Casa Bianca ha insistito sulla necessità di mettere tra parentesi la “via della Seta”, gli accordi commerciali intrapresi con la Cina nell’era gialloverde di Giuseppe Conte: Washington chiede a Roma di spostare interessi sul versante atlantico. Di contro, Meloni ha spinto per un aumento del flusso di gas liquido americano, a prezzi scontati rispetto al mercato, nel solco della battaglia politica sul tema intrapresa dal suo predecessore Mario Draghi.
“Abbiamo reagito e abbiamo continuato a lavorare insieme – spiega la premier nel suo discorso – non solo su energia e cibo, ma anche su tante altre sfide: la difesa dell’ambiente, il contrasto ai cambiamenti climatici, infrastrutture più efficienti, un’istruzione di qualità, assistenza sanitaria per tutti. Le generazioni future meritano un mondo migliore e tutti noi abbiamo il dovere di lavorare in questa direzione”. “L’Italia, insieme all’Ue – ha concluso – sta intervenendo per fare fronte alla spropositata e sproporzionata crescita dei prezzi dell’energia, per aumentare la produzione nazionale e accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento”.