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    “Berlusconi vittima delle fake news del Cremlino”: il disagio del governo e gli imbarazzi di Meloni

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 13 Feb. 2023 alle 11:39

    Berlusconi sarebbe “vittima della propaganda di Mosca e delle fake news russe, che riescono a permeare le posizioni di tanti, in Italia e in Europa”: lo rivela un autorevole esponente del governo, citato dal Corriere della Sera, in merito alle esternazioni del leader di Forza Italia molto critiche sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

    “Se fossi stato io presidente del Consiglio – ha detto l’ex Cav dopo aver votato per le Regionali in Lombardia – non sarei andato a parlare con lui. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”.

    Preoccupazioni personali, si è affrettato a chiarire il partito in una nota, che ha chiarito come “il sostegno del presidente Berlusconi in favore dell’Ucraina” non sia “mai stato in dubbio”.

    Ma la reiterazione di parole di biasimo verso il Paese aggredito mette nuovamente in imbarazzo la maggioranza, con la premier Giorgia Meloni che avrebbe confidato ai ministri che le sono più vicini tutto il disagio provato nei confronti dell’alleato.

    Palazzo Chigi ha diramato un comunicato nella serata di ieri per ribadire, senza mai citare Berlusconi, la totale solidarietà al leader ucraino. Dalla sua la presidente del Consiglio ha un programma elettorale che in merito alla politica estera parla chiaro (atlantismo, sostegno all’Ucraina e adesione alle sanzioni nei confronti della Russia) e il voto della maggioranza parlamentare sui provvedimenti in difesa di Kiev.

    “La nostra posizione in politica estera non cambia e il governo non è a rischio”, rassicura i suoi la premier. Stando a quanto rivelano fonti di governo, però, c’erano state delle avvisaglie prima dell’uscita shock di ieri: per giorni Berlusconi avrebbe provato a Meloni a non andare a Kiev. La premier intende però tenere fede alla promessa fatta a Zelensky e vorrebbe anzi partire “il più preso possibile”, prima che ricorra l’imminente anniversario dell’invasione.

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