Il discorso di Melania Trump alla convention repubblicana
Donne, pari opportunità, il benessere di bambini e adolescenti e il ricordo commosso di un bimbo in attesa di trapianto incontrato durante una visita all’ospedale pediatrico Bambino Gesù: questi i temi al centro del discorso pronunciato da Melania Trump durante la seconda giornata di convention repubblicana, che hanno reso la First Lady la stella incontrastata della serata e fatto commuovere anche il marito Donald Trump. Un intervento, il primo politico in quattro anni, che si è discostato di gran lunga dalla retorica del marito e dai toni dei figli, Eric e Tiffany, i quali non hanno risparmiato attacchi agli avversari.
La First lady ha invece sottolineato di non voler “usare questo tempo per attaccare gli altri”, gli avversari politici, “per non dividere il Paese”. “Basta violenza in nome della giustizia”, ha chiesto Melania. Dal Rose Garden della Casa Bianca, appena risistemato secondo un suo progetto, la First lady ha espresso vicinanza alle vittime del Covid-19 riconoscendo che la pandemia ha “drasticamente” cambiato la vita degli americani. “Un nemico invisibile, il Covid-19, ha inondato il nostro bel Paese e ha colpito tutti noi”, ha detto spingendosi dove i protagonisti della Convention non erano ancora arrivati. “Mio marito non smetterà di combattere finché non ci saranno un vaccino o una cura”, ha assicurato. Melania Trump ha definito Donald “reale” perché gli americani “sanno sempre cosa sta pensando, che gli piaccia o no”. “Lui è il meglio per il nostro Paese“, “saremmo onorati se potessimo servire questo incredibile Paese per altri quattro anni”, ha agggiunto.
Nell’intervento non è mancata una riflessione sui “disordini razziali”, una “dura realtà”, ha ammonito, esortando gli americani a “ricordarci che siamo l’unica comunità formata da più religioni, razze etnia, la nostra storia che rende il nostro Paese forte”. “Eppure abbiamo ancora tanto da imparare”, ha ammesso. D’altronde anche il marito proprio durante la seconda giornata di convention ha mostrato, in un video a sorpresa pre registrato, la scena in cui firma la grazia a Jon Ponder, un afroamericano condannato per rapina e fondatore di un programma che aiuta il reinserimento degli ex detenuti nella società. A metà serata, in un altro video, Trump aveva partecipato alla cerimonia di naturalizzazione di cinque immigrati. L’intento è stato quello di trasmettere l’immagine di un leader concentrato sul miglioramento della vita delle persone.
Nello stesso senso anche gli interventi di un pescatore di aragoste del Maine, di un allevatore di latte del Wisconsin e del proprietario di un azienda per la lavorazione del metallo che affermano che gli accordi commerciali voluti Trump hanno reso la sua attività più competitiva. Durante la kermesse anche l’intervento di Mike Pompeo, che in un video registrato da Gerusalemme ha assicurato che gli “americani e il mondo sono più sicuri” e che “la Nato è più forte”, rivendicando i successi incassati dall’amministrazione Trump.
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