Medici senza frontiere (Msf) ha dichiarato mercoledì 5 aprile che otto persone in cura a seguito dell’attacco chimico nel nord della Siria hanno sintomi rilevanti che fanno pensare all’uso di un agente nervino come il sarin.
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Secondo Msf le vittime dell’attacco su Khan Sheikhun “sono state esposte ad almeno due agenti chimici” e i loro sintomi sono “compatibili con sostanza neurotossiche come il sarin”.
I medici di Msf sono andati nell’ospedale di Bab al Hawa, nella provincia di Idlib, dove erano ricoverate le vittime. L’ospedale si trova a circa 100 chilometri dal luogo dell’attacco del 4 aprile.
Medici senza frontiere precisa di aver fornito alla struttura “antidoti e abiti di protezione” per soccorrere i pazienti.
Gli otto pazienti presentavano sintomi chiari come pupille dilatate, spasmi muscolari e defecazione involontaria, compatibili con l’esposizione al gas nervino.
“Lo staff di Msf ha inoltre avuto accesso ad altri ospedali in cui sono ricoverate alcune vittime e ha notato un forte odore di cloro, possibile segno di una esposizione all’agente tossico”, comunica ancora l’organizzazione.
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