Il giornalista investigativo russo Maxim Borodin, 32 anni, è morto il 15 aprile 2018 dopo essere caduto dal quinto piano del palazzo dove abitava. Persone a lui vicine, però, ritengono che non si sia trattato di un incidente.
Borodin stava indagando sulla morte di alcuni mercenari russi in Siria.
Secondo la polizia, è improbabile che la vicenda abbia natura criminale.
Il giornalista è stato trovato gravemente ferito il 12 aprile 2018 ai piedi del balcone del suo appartamento nella città di Ekaterinburg, il principale centro industriale della regione degli Urali. L’uomo è morto tre giorni dopo in ospedale.
Dopo il decesso un amico di Borodin, Vyacheslav Bashkov, ha scritto su Facebook che il giornalista lo aveva contattato alle 5 del mattino dell’11 aprile dicendo che il suo appartamento era circondato da “forze di sicurezza” che indossavano maschere e tute mimetiche.
Bashkov ha raccontato che Borodin era allarmato e che gli chiese di trovargli un avvocato.
Un’ora dopo, tuttavia, il giornalista richiamò l’amico e gli disse che si era sbagliato e che gli agenti di sicurezza stavano conducendo una sorta di esercitazione.
Le autorità regionali hanno riferito che la porta dell’appartamento di Borodin era chiusa dall’interno, a indicare che nessun altro era entrato o aveva lasciato l’appartamento.
La polizia ha aggiunto che le chiavi dell’appartamento sono state trovate all’interno.
Polina Rumyantseva, direttrice di Novy Den, dove lavorava Borodin, ha detto che non crede all’ipotesi del suicidio né a quella dell’incidente.
Nelle ultime settimane, il giornalista aveva scritto di mercenari russi, noti come “Gruppo Wagner”, che sarebbero stati uccisi in Siria il 7 febbraio 2018 in uno scontro con le forze statunitensi.
La scorsa settimana, il capo uscente della Cia, Mike Pompeo, ora segretario di stato, ha dichiarato che 200 mercenari russi sono morti in uno scontro nella provincia di Deir al-Zour, in Siria.
A quanto pare, i mercenari hanno preso parte a un attacco condotto da parte di combattenti filo-governativi siriani contro milizie ribelli alleate degli Stati Uniti.
Alcune settimane dopo la Russia ha ammesso che diverse decine di russi sono stati uccisi o feriti, ma hanno sottolineato che non erano soldati regolari.
Il mese scorso Borodin aveva scritto che tre di quelli uccisi provenivano dalla regione di Sverdlovsk, negli Urali: secondo il giornalista, due di loro provenivano dalle città di Asbest e uno da Kedrovoye.
In precedenza il reporter aveva anche indagato su alcuni scandali politici, incluse le accuse fatte da una escort bielorussa conosciuta come Nastya Rybka in un video pubblicato dal leader dell’opposizione russa, Alexei Navalny.
I giornalisti in Russia sono stati spesso molestati o attaccati negli ultimi anni per il loro lavoro. Lo stesso giorno in cui Maxim Borodin è stato trovato ferito a morte, il direttore di un giornale regionale ufficiale è stato aggredito a Ekaterinburg.
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