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    Matrimonio riparatore

    Abolita in Marocco una legge che consentiva a chi violenta una minorenne di evitare il processo sposando la vittima

    Di Laura Lisanti
    Pubblicato il 23 Gen. 2014 alle 10:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:37

    La battaglia degli attivisti per i diritti umani in Marocco ha raggiunto un importante traguardo. Il Parlamento marocchino ha finalmente abolito all’unanimità la disposizione del codice penale che impediva di processare i colpevoli di stupro su minori se questi sposavano le loro vittime.

    Dopo un’intensa attività di pressione dei movimenti per i diritti dei minori, l’articolo 475 del codice penale marocchino è stato emendato nella parte in cui favoriva la pratica del matrimonio riparatore tra il violentatore e le giovani ragazze minorenni. Le unioni venivano incoraggiate non solo per evitare il processo al persecutore, ma soprattutto per nascondere le ragazze dai giudizi di pubblico disonore dopo aver subito una violenza.

    Matrimoni forzati di questo genere erano insostenibili e molto spesso le giovani mogli erano spinte al suicidio. Il primo caso ad aver suscitato il clamore nell’opinione pubblica è stato quello della sedicenne Amina Filali, che costretta a sposare il suo violentatore, si era uccisa dopo otto mesi di convivenza nel 2012. L’articolo 475 era stato proposto e approvato dal governo islamista un anno fa. I gruppi a difesa dei diritti umani e di genere continueranno a promuovere lo sforzo riformatore nel Paese, perchè c’è ancora molto da fare per proteggere le donne e i bambini.

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