Il parlamento europeo ha chiesto a Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, 339mila euro, perché accusata di uso improprio delle risorse parlamentari.
La leader del partito di estrema destra è accusata di aver infranto le regole del parlamento per aver assunto due assistenti, Thierry Légier e Catherine Griset, per svolgere lavori non parlamentari pur essendo pagati dall’istituzione dell’Ue. I due avrebbero infatti lavorato esclusivamente per il partito. Attualmente è indagata dall’ufficio antifrode Ue (Olaf).
Klaus Welle, segretario generale del parlamento, aveva scritto a Le Pen nel mese di settembre chiedendo la prova che i suoi assistenti rispettassero i termini del loro rapporto di lavoro. A Le Pen era stato dato un mese per rispondere, ma non è mai giunta risposta.
Il suo avvocato, Marcel Ceccaldi, ha detto di voler presentare ricorso presso la Corte di giustizia europea.
Ceccaldi ha aggiunto che gli avvocati del Fronte Nazionale stavano progettando una conferenza stampa al parlamento europeo per denunciare quella che è stata definita “persecuzione” di un’importante leader euroscettica.
“Si tratta di un’azione che si propone di mettere a tacere coloro che criticano il funzionamento dell’Unione europea”, ha detto. “È una mossa politicamente motivata, e abbiamo intenzione di combattere, facendone un caso globale contro il parlamento e le istituzioni europee, che hanno oltrepassato il loro potere”.
Secondo il legale, il parlamento potrebbe requisire più della metà dello stipendio di Le Pen per recuperare il denaro. Si tratterebbe di un duro colpo finanziario per la leader di un partito che è a corto di liquidi e sta lottando per finanziare la campagna presidenziale del 2017, come riferisce Politico. Il partito euroscettico e anti-immigrazione ha bisogno di 12 milioni di euro per finanziare la sua campagna, e al momento può contare solo su 4 milioni.
Le sanzioni finanziarie contro Marine Le Pen fanno eco a quelle imposte a suo padre, Jean-Marie Le Pen. L’ex capo del Fronte nazionale, che è anche un eurodeputato, è stato accusato nel mese di giugno di abuso di risorse e gli è stato ordinato di rimborsare 320mila euro.
Tre altri eurodeputati, Sophie Montel, Dominique Bilde e Mylène Troszczynski, – sono stati sottoposti alle procedure per recuperare i fondi legati al presunto uso improprio di assistenti parlamentari. A loro sono stati chiesti 50mila euro.
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