I cavi sottomarini per le telecomunicazioni nel Mar Rosso sono stati danneggiati al punto da costringere i fornitori di rete telefonica e Internet a reindirizzare il 25 per cento del traffico tra Asia, Europa e Medio Oriente.
Secondo la società di telecomunicazioni HGC Global Communications, quattro dei 15 cavi sottomarini della zona sono stati “tagliati” causando interruzioni “significative” del traffico telefonico e Internet in Medio Oriente. Il provider di Hong Kong stima che questo abbia colpito il 25 per cento delle comunicazioni Internet tra Asia ed Europa.
Tra le reti colpite figurano i cavi della sudafricana Seacom e di TGN; del sistema Asia-Africa-Europa 1, che collega i 25mila chilometri tra il Sud-Est asiatico e l’Europa attraverso l’Egitto; e quelli dello Europe India Gateway (EIG), che si snodano tra Europa, Medio Oriente e India e che ha Vodafone tra i suoi principali clienti.
La società ha indirizzato il traffico web sugli altri 11 cavi non danneggiati per ridurre al minimo i disagi per i clienti, “estendendo l’assistenza alle aziende interessate”. HGC non ha però fornito informazioni su come siano stati danneggiati questi cavi o chi sia il responsabile.
Il danneggiamento dei sistemi sottomarini è avvenuto dopo due mesi di scontri tuttora in corso nel Mar Rosso tra i ribelli filo-iraniani Houthi, che controllano gran parte del nord-ovest dello Yemen, e una coalizione guidata da Usa e Regno Unito per assicurare la libertà di navigazione nel Mar Rosso.
Da mesi infatti, il gruppo armato yemenita prende di mira i navigli legati a Israele o ai suoi alleati in transito negli stretti per fare pressione su Tel Aviv affinché fermi la guerra scatenata nella Striscia di Gaza dopo gli attentati del 7 ottobre scorso.
Secondo il quotidiano israeliano Globes, proprio gli Houthi sarebbero responsabili dei danni ai cavi sottomarini nel Mar Rosso, un’accusa respinta al mittente dal leader ribelle yemenita Abdel Malek al-Houthi.
Il gruppo armato invece, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa ufficiale dei ribelli Saba, accusa dei danni le unità militari britanniche e statunitensi che operano nell’area nell’ambito dell’operazione Prosperity Guardian.
Presto nella zona opererà ufficialmente anche la missione militare navale dell’Ue, Aspides, approvata dal Consiglio europeo per difendere la libertà di navigazione nel Mar Rosso. Nell’area si trova già il cacciatorpediniere Caio Duilio della Marina Militare Italiana, preso di mira nel fine settimana da un missile Houthi poi abbattuto.
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