Decine di navi, aerei, elicotteri e sommergibili sono coinvolti nella operazione di ricerca dell’aereo russo precipitato nel Mar Nero il 25 dicembre 2016.
Il velivolo con a bordo 92 persone è precipitato intorno alle 5:25 ora locale (le 3:25 in Italia), poco dopo il decollo da Sochi, mentre era diretto in Siria. Si trattava di un Tu-154 con a bordo otto membri dell’equipaggio, otto soldati, due funzionari pubblici, 64 membri del coro militare Alexandrov – inclusa la direttrice Valery Khalilov – e nove giornalisti.
Le squadre di soccorso, tra cui 139 sommozzatori, hanno lavorato per tutta la notte, ha riferito il portavoce del ministero della Difesa, Maj Gen Igor Konashenkov. Non ci sarebbe nessun superstite.
Finora sono stati ritrovati 11 corpi e 154 frammenti del velivolo a circa 1,5 chilometri dalla costa del Mar Nero nei pressi della città di Sochi, ad una profondità di 50-70 metri. I resti sono stati inviati a Mosca per l’identificazione.
Secondo il ministro dei Trasporti russo, Maksim Sokolov, il terrorismo non sarebbe tra le cause più plausibili dello schianto.
Gli investigatori stanno indagando su errori umani o guasti tecnici, ma è comunque troppo presto per sbilanciarsi con le ipotesi.
Sul velivolo viaggiava anche Elizaveta Glinka, soprannominata dottoressa Liza, direttore esecutivo dell’organizzazione no profit Fair Aid, nonché vincitrice di un premio conferito dal governo russo per meriti nel campo dei diritti umani.
Il volo era diretto a Latakia, città costiera siriana, ed era partito da Mosca, ma aveva fatto scalo all’aeroporto Adler di Sochi per fare rifornimento. Il coro Alexandrov si sarebbe dovuto esibire per le truppe russe di stanza in Siria in occasione dei festeggiamenti di capodanno nella base aerea di Hmeimim.
Le registrazioni audio degli ultimi scambi tra i controllori di volo e l’equipaggio a bordo dell’aereo non rivelano alcun segno di problemi tecnici.
Le voci restano calme fino a che il segnale si interrompe. A quel punto i controllori tentano invano di ristabilire il contatto.
Leggi l'articolo originale su TPI.it