Nonostante le sanzioni e l’isolamento internazionale, la Corea del Nord sta aumentando il potere distruttivo e la gittata del suo arsenale di armi. Se Pyongyang dovesse riuscire a sviluppare un missile balistico intercontinentale, la portata della sua minaccia sarebbe globale.
La Corea del Nord provoca da anni i propri vicini e gli Stati Uniti, mettendo a rischio la pace nel Pacifico. Dal 2011 lo stato è guidato da Kim Jong Un, guida suprema e comandante delle forze armate. Con un emendamento costituzionale del 1998, la carica di presidente della Repubblica è stata abolita e l’autorità suprema al vertice dello stato è la Commissione nazionale di difesa.
Nel paese asiatico il servizio militare è obbligatorio dall’età di 17 anni e dura fino a otto anni per l’esercito, fino a dieci anni per la marina e quattro per l’aviazione. I cittadini sono poi obbligati a un servizio part-time fino all’età di 40 anni. La guerra sembra essere la preoccupazione principale del piccolo stato asiatico.
Due mappe, apparse sulla rivista The Atlantic, mostrano quanto la Corea del Nord sia pericolosa per i propri vicini e per la pace mondiale.
I missili già a disposizione del paese asiatico sono quelli delle serie KN-02 e Scud, che possono colpire in tutta la penisola coreana, e i No-dong, che potrebbero colpire Tokyo e le basi militari americane nell’area.
Ci sono più soldati americani in Giappone che in ogni altro paese del mondo. Distribuiti in sei strutture, tra cui quella di Okinawa, sono 54mila gli statunitensi di stanza nel paese asiatico per garantire la sicurezza dell’area.
I missili mostrati in questa prima mappa includono quelli già nell’arsenale del regime e quelli su cui gli scienziati stanno lavorando. La seconda mappa mostra la dislocazione delle forze del regime, evidentemente rivolte al confine con la Corea del Sud.
I dati mostrati da The Atlantic confermano quanto sia armato il paese. Pyongyang ha nel suo arsenale 4.200 carri armati, più di 800 aerei da combattimento e 70 sottomarini.
Ma cosa succederebbe se Kim Jong Un dovesse davvero riuscire a sparare un missile armato di testata nucleare contro il suolo americano? Recenti ricerche suggeriscono che entro il 2020 la Corea del Nord riuscirà a sviluppare un’arma simile.
Nel caso il regime nord coreano dovesse decidere di attaccare, gli Stati Uniti farebbero valere la propria superiorità tecnologica spaziale e riuscirebbero a notare i movimenti preparatori necessari.
Accortisi della minaccia, Washington, supportata dal Giappone, potrebbe decidere per un bombardamento preventivo dell’area allo scopo di impedire il lancio.
Ma se Pyongyang dovesse comunque riuscire a lanciare un missile, gli Stati Uniti cercherebbero certamente di abbatterlo in volo, nonostante l’enorme difficoltà di un’operazione del genere. Il sistema missilistico THAAD, recentemente dislocato dalle forze armate americane in Corea del Sud, è stato progettato proprio a questo scopo.