La biblioteca nazionale israeliana ha digitalizzato alcune mappe risalenti al Mandato britannico e che mostrano come era la Palestina prima del 1948.
Fino al 1948, infatti, i territori che adesso compongono Israele e Palestina erano sotto il controllo della Gran Bretagna, secondo quanto stabilito degli Accordi Sykes-Picot, sottoscritti dopo la caduta dell’Impero ottomano.
Il territorio ancora conteso tra israeliani e palestinesi è molto cambiato nel corso degli anni, sia da un punto di vista geografico che demografico.
Grazie al lavoro svolto da Palestine Open Maps è possibile esplorare diverse mappe che mostrano il territorio un tempo sotto il controllo britannico.
Inoltre, il sito fornisce anche importanti informazioni sulle singole città.
Sulla mappa infatti sono riportati confini non più validi, città rase al suolo o disabitate, luoghi in cui la popolazione palestinese è stata sostituita da quella israeliana, o più semplicemente strade e collegamenti che un tempo attraversavano il territorio.
La piattaforma sfrutta una tecnologia “open source”, per cui chiunque può esaminare il contenuto e condividere la mappa.
I realizzatori del progetto stanno lavorando per permettere agli utenti di scaricare il contenuto.
Grazie a questa mappa si potrà effettuare un confronto tra il prima e il dopo, ricostruendo la storia della Palestina e individuando luoghi in cui prima sorgevano centri abitati o vivano comunità palestinesi.
Uno degli obiettivi dei creatori di Palestine Open Maps è offrire uno strumento utile ai palestinesi che rivendicano il proprio diritto al ritorno e alla proprietà e che sono stati costretti a lasciare il territorio negli anni.
Il progetto è stato realizzato da un architetto e designer di Beirut, Ahmad Barclay, e con la collaborazione di Visualizing Palestine e dello studio X Amman della Columbia University.
“Mostrare i villaggi che sono stati distrutti o abbandonati su uno schermo attraverso le mappe significa che quello che è successo è inconfutabile”.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera, dal 1948 ad oggi sono stati rasi al suolo almeno 530 villaggi.
Inoltre, lo Stato di Israele ha costruito negli anni nuovi insediamenti nei territori dell’ex protettorato britannico.