Aon ha presentato la mappa dei Paesi a rischio terrorismo per il 2017. La mappa analizza i rischi politici, il terrorismo e gli episodi di violenza legati ad avvenimenti politici suddividendo le varie aree del mondo per diverse gradazioni cromatiche. Insignificante-giallino, basso-verdino, medio-giallo, alto-rosso, estremo-marrone.
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Nei dati diffusi dall’isituto di ricerca, il 2016 è stato un anno particolarmente negativo con un incremento degli attacchi terroristici del 14 per cento.
Nello scorso anno, infatti, il numero degli episodi di terrore è passato 3.633 a 4.151. Un trend di crescita inziato già nel 2015 e dovuto – secondo il quadro tracciato dalla Risk map 2017 – alla “nascita di nuovi movimenti nazionalisti e populisti che hanno contribuito a creare un contesto caratterizzato da cresce volatità per le aziende che operano sui mercati internazionali”.
Entrando nello specifico, è possibile notare come l’aumento abbia interessato in modo incisivo i paesi occidentali: 96 attacchi registrati nel 2016 rispetto ai 35 dell’anno precedente con un aumento del 174 per cento.
Ma quali sono i paesi maggiormente a rischio secondo la mappa?
Oltre al continente africano segnato da continui pericoli di attacchi, il livello di allerta è alto per la Turchia, medio per gli Stati Uniti, e particolare attenzione si segnala per Regno Unito e Irlanda del nord. New entry della classifica è lo stato del Vaticano, più volte oggetto di ripetute minacce dell’Isis.
L’Italia può dirsi divisa in due parti: centro-nord caratterizzato da un livello di rischio basso, mentro il sud connotato da livello di rischio medio.
Secondo lo studio, le compagnie petrolifere e del gas sono state bersaglio del 41 per cento degli attacchi in segno di protesta contro gli interessi commerciali e la tendenza sembra continuare anche nel 2017. In cima alla classifica dei Paesi più colpiti dal terrorismo con target il settore energetico compaiono Nigeria e Colombia.
Di seguito la Rick Map 2017:
Per visionare la mappa e ingrandirla è possibile accedere alla pagina web dell’istituto di ricerca.
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