Il primo ministro francese Manuel Valls è pessimista sul futuro della lotta al terrorismo.
“Questa guerra durerà una generazione. Altri innocenti perderanno la vita. Mi si accuserà di generare ancora più ansia, ma la realtà è questa”, ha detto in un’intervista radiofonica, dopo l’omicidio di un poliziotto e di sua moglie da parte di un francese che aveva giurato fedeltà all’Isis.
Valls ha fatto sapere che la polizia ha sventato dal 2013 a oggi quindici attacchi terroristici e sta continuando ininterrottamente la sua battaglia contro la radicalizzazione dei giovani nelle banlieu.
Per questo il primo ministro francese difende le forze dell’ordine e rifiuta ogni processo ai servizi di sicurezza dopo l’assassinio dei due poliziotti da parte di un sospetto segnalato e sottoposto a intercettazioni telefoniche.
“Non permetterò che si parli del benché minimo errore, né di mancanza di discernimento. È sempre un fallimento quando due pubblici ufficiali vengono assassinati così”.
Per il premier gli attacchi dei cosiddetti ‘lupi solitari’ come Larossi Aballa sono difficili se non impossibili da prevedere: “Dobbiamo stringere la rete e dare alla polizia e ai servizi di intelligence tutti i mezzi e risorse di cui hanno bisogno, ma subiremo inevitabilmente altri attacchi”.
“Facciamo fronte a una minaccia globale e abbiamo un nemico interno, come questi individui autoradicalizzati che possono agire con pochissimi mezzi”, ha aggiunto Valls sottolineando che anzi il rischio è aumentato “ora che l’Isis è in ritirata in Siria e Iraq e per questo concentrerà gli attacchi nei nostri paesi con lo scopo di alimentare la paura e le divisioni”.
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