Dopo l’annessione russa della Crimea nel 2014, la Lituania (circa 3,3 milioni di abitanti) ha cominciato a temere di poter essere la prossima e ha pubblicato un manuale: “Come comportarsi in situazioni estreme o in caso di guerra”, volto a preparare la popolazione alla disobbedienza civile in caso di occupazione.
Il documento è stato poi riproposto in una seconda edizione dal titolo “Prepararsi a sopravvivere durante emergenze e guerra: una riedizione simpatica di raccomandazioni serie“, una versione riveduta e pubblicata alla fine del 2015.
Arriviamo alla terza edizione, pubblicata dopo che la vittoria negli Stati Uniti di Donald Trump e il suo dichiarato disinteresse nei confronti della Nato hanno acceso il timore che la rinnovata aggressività russa possa presto trovare sfogo nel baltico.
Quest’ultimo manuale, di 75 pagine, prodotto in 30mila copie dal ministero della Difesa lituano e distribuito in scuole, uffici pubblici e biblioteche, si chiama “Guida alla resistenza attiva” e spiega al pubblico come riconoscere armi ed equipaggiamento militare russo. Invita anche i cittadini a spiare il nemico nel caso in cui la Lituania finisca con l’essere occupata dalla Russia.
Secondo il ministro della Difesa Juozas Olekas, la terza edizione del manuale risponde alla richiesta del pubblico di essere istruita circa un’eventualità che i lituani ritengono tutt’altro che remota.
Questa preoccupazione nasce dalle promesse – o minacce – di Trump circa la volontà di ridurre l’impegno militare americano all’interno della Nato e rivedere l’obbligo di intervenire in aiuto degli alleati atlantici.
In ottobre, secondo notizie in realtà mai confermate, Mosca avrebbe trasferito nella regione di Kalilingrado, un’enclave russa a ridosso della Lituania, un sistema missilistico nucleare a corto raggio. Un mese dopo, ha trasportato sul posto anche missili supersonici Bastion, che hanno un raggio d’azione di 450 chilometri e che possono colpire navi e obiettivi terrestri.
La Russia intende davvero prendersi gli stati baltici? Sembra anacronistico, ma i lituani, nel dubbio, vogliono essere preparati.