Il 15 dicembre 2018 i gilet gialli sono scesi in piazza in tutta la Francia per manifestare contro il governo di Emmanuel Macron per il quinto fine settimana consecutivo (qui tutti gli aggiornamenti sulla protesta).
Fin dalla mattina gli agenti hanno arrestato 104 persone e altre 2mila si sono radunate nella capitale francese.
Tommaso Gandini, inviato per TPI a Parigi, ha seguito l’evolversi delle proteste, passando da Opera agli Champs Elysee, superando i controlli di polizia in diversi punti della città. (qui la gallery del nostro inviato a Parigi)
Nel corso della giornata si sono registrati alcuni momenti di tensione, con gli agenti che sono intervenuti lanciando lacrimogeni o usando i cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti.
A Bordeaux, più di 4.500 manifestanti sono scesi in piazza e anche lì la polizia ha dovuto usare cannoni ad acqua per disperderli. Un numero simile di gilet gialli si è riunito a Tolosa. Scene simili si sono verificate anche ad Avignone e Besançon.
A Calais, un gruppo di gilet gialli ha bloccato la strada di accesso al porto.
Le proteste dell’8 dicembre
Sabato 8 dicembre 2018 i gilet gialli sono tornati a protestare in Francia contro il governo Macron in quello definito da loro stessi come “l’assalto finale” all’Eliseo.
La tensione continua a salire con il passare delle ore nel centro di Parigi, teatro di scontri tra i gilet gialli e le forze dell’ordine, che hanno fermato 720 persone. Più di 30 persone sono rimaste ferite, compresi tre agenti di polizia e due giornalisti del quotidiano Le Parisien.
In serata sono arrivate le dichiarazioni del governo francese. “È arrivato il momento del dialogo”, ha affermato il primo ministro Edouard Philippe. “È iniziato con incontri di politici e continuerà anche a Matignon dove voglio incontrare questi francesi che protestano”.
“È stata una violenza inaccettabile anche se tenuta sotto controllo grazie all’abnegazione delle forze dell’ordine”, ha invece commentato il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner.
“Siamo stati in grado di spezzare lo slancio dei vandali. Centinaia di gilet gialli erano arrivati a Parigi per provocare danni”.
Sono in totale 1.723 le persone identificate e interrogate durante le proteste dell’8 dicembre. Di questi, 1.220 sono state sottoposte a fermo giudiziario. I dati sono stati resi noti domenica 9 dicembre dal ministero dell’Interno, secondo cui ieri in tutto il paese hanno manifestato 136.000 persone, con una partecipazione numericamente uguale a quella rilevata il primo dicembre.
Gli scontri
I manifestanti hanno attaccato il Publicis Drugstore, sugli Champs-Elysées, e sono riusciti a smantellare la barriera che lo proteggeva, concentrandosi nella zona tra Avenue Marceau e Rue de Courcelles.
Intanto, i pompieri sono dovuti intervenuti con gli idranti a Boulevard de Courcelles dopo che quattro auto sono state date alle fiamme nella zona degli Champs-Elysées. I manifestanti hanno anche incendiato alcune barricate.
Gli scontri tra gilet gialli e forze dell’ordine si sono registrate in diversi punti di Parigi e si sono estesi anche alle città di Lione, Nantes e Bordeaux.
A poche ore dall’inizio delle manifestazioni, la polizia francese aveva già fermato 278 persone nella capitale francese: fin dalla mattina gli agenti stanno presidiando e controllando i punti i cui stanno convergendo i manifestanti.
Prima dell’inizio delle manifestazioni, gli agenti hanno anche sequestrato maschere, fionde, e martelli e hanno lanciato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
L’indicazione delle autorità alle forze di sicurezza è di intervenire subito per evitare che i manifestanti si uniscano e che si creino scene di guerriglia urbana come avvenuto una settimana fa. Per l’occasione sono stati dispiegati circa 8mila agenti.
Le manifestazioni si sono estese ben oltre la Francia: a Bruxelles si sono registrati i primi scontri tra la polizia e anche a Ventimiglia i manifestanti hanno bloccato il confine tra Italia e Francia.
Quello di oggi, 8 dicembre, è stato definito come “l’assalto finale” alla politica di Emmanuel Macron dagli stessi gilet gialli, che chiedono a gran voce le dimissioni del presidente francese.
In Francia, sono 31mila le persone scese in strada per protestare contro il caro carburante del governo e 8mila si trovano nella sola Parigi, secondo quanto dichiarato dal ministero dell’Interno.
Chi sono i gilet gialli
Quali idee ci sono dietro il movimento di protesta che sta assediando Parigi? In francese si chiamano gilets jaune, gilet gialli. Qui tutte le ultime notizie sugli scontri a Parigi e in tutta la Francia.
Il nome prende spunto dal giubbotto che gli automobilisti devono indossare nelle situazioni di emergenza, obbligatorio anche in Italia per aumentare la propria visibilità sulla strada. La protesta è esplosa contro un rialzo dei prezzi del carburante previsto dal governo di Emmanuel Macron all’interno di piano per la transizione energetica del paese.
La mobilitazione è nata da una raccolta di firme su internet, trasformandosi in un movimento di piazza che sta mettendo sotto pressione la leadership di Macron. La battaglia originaria contro il caro benzina (e diesel) si è allargata a rivendicazioni più generali su potere d’acquisto e tagli alle tasse, dando sfogo al malcontento che ha fatto piombare ai minimi la popolarità del titolare dell’Eliseo.
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