In Mali almeno 35 soldati dell’esercito sono stati uccisi in un attentato terroristico nella serata di ieri, sabato primo novembre. L’attacco è stato condotto contro una postazione militare a Indelimane, nella regione nord-orientale di Menaka. A darne notizia sono state le stesse forze armate maliane, secondo cui la situazione adesso è “sotto controllo”.
Al momento l’aggressione non è stata ancora rivendicata. Circa un mese fa, tra il 30 settembre e il primo ottobre, il Mali è stato teatro di due attentati di matrice jihadista che hanno provocato la morte di 40 soldati nel sud del paese, vicino al confine con il Burkina Faso. Nelle settimane successive il governo maliano ha fatto sapere di aver ripreso pieno controllo dei territori attaccati e di aver ucciso 15 terroristi.
Nel 2012 l’Azauad, regione settentrionale, del Mali era finita nelle mani di gruppo di jihadisti vicini ad Al Qaeda. Nel 2013, su iniziativa della Francia, c’è stato un intervento militare che ha portato alla sconfitta dei fondamentalisti islamici e alla riconquista del territorio da parte delle forze governative.
Nell’agosto di quell’anno si tennero le elezioni presidenziali: a vincerle con il 77 per cento dei voti fu il socialdemocratico Ibrahim Boubacar Keita che ancora oggi guida il paese. Come dimostra quest’ultimo attentato, tuttavia, il Mali resta attraversato da forti tensioni etniche.