Malala Yousafzai, l’attivista e blogger pakistana premio Nobel per la pace, è tornata in Pakistan per la prima volta da quando è stata attaccata da militanti Taliban, nel 2012.
L’attivista rimarrà nel paese quattro giorni, durante i quali è previsto un incontro con il primo ministro Shahid Khaqan Abbasi. I dettagli del viaggio sono tenuti segreti.
Il 9 ottobre 2012, quando aveva 15 anni, Malala, all’epoca studentessa, fu vittima di un attacco per mano dei Taliban mentre viaggiava a bordo di uno scuolabus che la riportava a casa, nella Valle dello Swat.
Durante il tragitto, il mezzo venne assaltato da un gruppo di miliziani. Uno di loro salì a bordo del bus e chiese ai passeggeri, principalmente studentesse, chi fosse Malala.
Diversi colpi di arma da fuoco vennero esplosi a distanza ravvicinata contro la ragazza, che fu ferita gravemente al collo e alla testa. Trasportata d’urgenza in un ospedale del paese, la giovane pakistana venne poi trasferita in una struttura più all’avanguardia a Birmingham, in Inghilterra, dove ricevette le cure adeguate.
Dopo un lungo periodo di degenza e riabilitazione, Malala e la sua famiglia hanno deciso di rimanere in pianta stabile a Birmingham. Qui, la giovane studentessa pakistana ha frequentato la Edgbaston Hig School.
Da allora il suo impegno a favore dell’istruzione femminile ha subito un’accelerazione.
Dopo cinque anni e mezzo Malala è tornata in Pakistan. Le televisioni locali l’hanno filmata, dopo il suo arrivo, con i suoi genitori all’aeroporto internazionale Benazir Bhutto di Islamabad sotto stretta sorveglianza.
Non è stato confermato se l’attivista visiterà la città natale della sua famiglia, Swat, nel nord-ovest rurale del paese.
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