In tasca aveva soltanto $50* quando è sbarcata a Ellis Island l’11 maggio del 1930, un giorno dopo aver festeggiato il suo diciottesimo compleanno a bordo del transatlantico SS Transylvania, salpato da Glasgow nove giorni prima. Come tante giovani scozzesi di quel periodo, Mary Anne Macleod aveva lasciato il suo piccolo villaggio sull’Isola di Lewis, per inseguire il sogno americano.
Nei primi tempi si sarebbe appoggiata a Long Island dalla sorella Catherine Reid, immigrata negli Stati Uniti nel 1921, e si sarebbe accontentata di lavorare come domestica. Al suo arrivo, dichiarò di voler diventare cittadina americana e di non aver alcuna intenzione di tornare in Scozia a breve, come mostrano i documenti ufficiali reperiti dagli archivi di Ellis Island dal quotidiano scozzese The National.
Fin qui, la storia di Mary Anne non è diversa da quelle dei centinaia di giovani, maschi e femmine, che in quegli anni hanno attraversato l’Atlantico alla ricerca di una vita migliore.
Nel maggio del 1930, la Stornoway Gazette pubblicava un articolo in cui parlava proprio di loro: “La maggior parte di questi giovani vede di buon occhio la vita di quelle terre lontane [Canada e Stati Uniti ndr], ma non dimenticano mai i vecchi che hanno lasciato a casa. Se ne vanno di casa determinati ad avere successo e con il loro coraggio, la pazienza e l’affidabilità solitamente riescono. Molti sono partiti da qui questa settimana e noi gli auguriamo bon voyage”.
Dei molti di cui scriveva il quotidiano locale, solo una, Mary Anne Macleod, sarebbe poi diventata la madre di quello che potrebbe essere il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America: Donald Trump.
Mary Anne si era lasciata alle spalle una Scozia estremamente povera. Durante la prima guerra mondiale, l’arcipelago delle Isole Ebridi esterne, di dove era originaria, aveva perso il maggior numero di uomini per abitante di tutto il Regno Unito. Senza lavoro, con nessuna prospettiva matrimoniale e nulla da perdere, Mary Anne si era imbarcata per gli Stati Uniti con il visto numero 26698.
Proprio lì avrebbe conosciuto, e qualche anno dopo sposato, l’imprenditore Fred Trump, padre di Donald. Le circostanze del loro incontro restano però ad oggi ambigue.
Donald Trump, il candidato repubblicano alla Casa Bianca nelle elezioni presidenziali previste per l’8 novembre 2016, è particolarmente noto per la sua retorica anti-immigrazione. Forse è questo il motivo per cui ha sempre sostenuto che la madre Mary Anne avesse incontrato il padre ad una festa durante una vacanza a New York nel 1930.
I documenti ottenuti da The National rivelano che questa versione dei fatti non è quella reale: nel 1930, la madre di Donald Trump era una immigrata che si era trasferita legalmente, consciamente e permanentemente negli Stati Uniti.
“L’afflusso di lavoratori stranieri tiene bassi gli stipendi, alto il tasso di disoccupazione, e rende la vita difficile per i cittadini americani poveri e appartenenti alla classe operaia,” si legge sul sito ufficiale del candidato repubblicano. “Dobbiamo controllare l’entrata di nuovi lavoratori a basso guadagno nel Paese”.
Mary Anne, l’umile domestica dalle origini scozzesi, al suo arrivo negli Stati Uniti, apparteneva proprio a questa categoria di persone. Inoltre, era fortunata a non esser soggetta alle severe leggi sull’immigrazione di quel periodo, che limitavano il numero di migranti provenienti da determinate parti del mondo, quali l’Europa dell’est, l’Africa e l’Asia.
Dicono che la storia insegna, ma se si inizia a negarla, cosa succede?
La storia della madre di Donald Trump è una storia di cambiamenti, una storia che ispira, una storia romantica, ma soprattutto, una storia di immigrazione. È una storia a cui lui non rende giustizia negandola e continuando a cavalcare l’onda dell’odio.
— * $50 negli anni Trenta erano l’equivalente di $716 di oggi
(Nelle due immagini qui sotto: la prima mostra il documento ufficiale dagli archivi di Ellis Island in cui si legge che Mary Anne Macleod Trump si era trasferita negli Stati Uniti permanentemente; il secondo, sempre dagli stessi archivi, mostra che la madre del candidato repubblicano alla Casa Bianca era una domestica)