Circa 400 persone che si trovano a Madaya, in Siria, dovranno lasciare la città per ricevere cure mediche, secondo quanto ha riferito il responsabile Onu per gli affari umanitari, Stephen O’Brien.
Madaya si trova sulle montagne, a 25 chilometri dalla capitale siriana di Damasco, ed è controllata dai ribelli siriani anche se da ormai oltre tre mesi è completamente assediata dalle truppe governative fedeli ad Assad.
Lunedì 11 gennaio 2016 è arrivato il primo convoglio di aiuti umanitari da ottobre dello scorso anno, che ha permesso di far pervenire cibo per 20mila persone all’interno della città.
Questo è potuto avvenire solo dopo che il regime di Assad ha concesso il passaggio di aiuti umanitari verso la città, dove la popolazione è priva di cibo e medicinali, e già 23 persone sono morte di fame.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sarebbero almeno 300 i bambini che soffrono di fame.
Il capo della Croce Rossa a Damasco, Pawel Krysziek, aveva infatti documentato una situazione a Madaya estremamente complessa, in cui cibo, medicinali, elettricità e carburante erano ormai esauriti.
Alcune testimonianze raccolte da Al Jazeera, addirittura, avevano raccontato di persone che pur di sopravvivere erano costrette a mangiare foglie e erba.
Complessivamente, sono 4,5 milioni le persone in Siria che vivono in luoghi difficili da raggiungere, tra cui 400mila siriani che non hanno accesso ad aiuti in grado di salvare la loro vita.
La guerra civile in Siria, che va avanti da cinque anni, finora ha provocato la morte di oltre 250mila persone.