Il presidente francese Emmanuel Macron è al centro di una inchiesta su presunti finanziamenti illeciti alla sua campagna elettorale nel 2017.
L’indagine è stata avviata dalla procura di Lione, dopo che alcuni esponenti locali del Partito repubblicano hanno presentato un esposto contro ignoti secondo cui il comune e la città metropolitana lionese hanno sostenuto con risorse pubbliche la campagna del leader di En Marche.
All’epoca entrambi gli enti locali erano guidati da Gerard Collomb, che sotto la presidenza di Macron è stato nominato ministro dell’Interno.
L’ipotesi di reato comprende la malversazione di fondi pubblici e il finanziamento illecito della campagna elettorale.
La denuncia è stata presentata dal sindaco di Caluire, Philippe Cochet, presidente del gruppo repubblicano nella città di Lione.
Secondo l’esposto, il comune di Lione ha messo a disposizione del futuro presidente personale e locali “a prezzi imbattibili”.
Risorse pubbliche sotto il controllo della città e della città metropolitana lionese sono state “indebitamente sottratte e messe a disposizione di Macron.
L’indagine include un ricevimento importante tenuto il 2 giugno 2016 nel municipio cittadino, in cui Collomb ricevette il futuro presidente.
Il comune replica che all’epoca Macron era ministro dell’Economia e non aveva ancora lanciato il suo movimento En Marche.
La denuncia presentata dai repubblicani mira anche a chiarire il ruolo di Jean-Marie Girier, ex capo gabinetto di Collomb, che ha svolto un ruolo attivo nella campagna di Macron prima di entrare al Ministero dell’Interno.
I politici dell’opposizione mettono in discussione il suo coinvolgimento nella campagna presidenziale, nonché sull’uso di locali affittati dalla città metropolitana.
“Alcuni fatti suggeriscono che il denaro dei contribuenti è stato utilizzato nella campagna, mentre è vietato”, ha detto Cochet.