La campagna elettorale per le presidenziali francesi forse non è mai stata così avvincente, con promettenti candidati una volta considerati outsider che riescono quasi a toccare l’Eliseo e i continui colpi di scena. Dopo il “Penelopegate” che ha travolto il concorrente repubblicano Francois Fillon e la sua famiglia, la moglie in particolare, è la volta dell’indipendente Emmanuel Macron, leader del movimento EnMarche!, di difendersi dalle accuse.
A dire il vero si tratta di una imputazione meno grave che non quella di aver conferito ai propri familiari uffici pubblici ben retribuiti e mai realmente svolti, come quella che pende sul capo di Fillon, ma comunque infamante. Macron infatti sarebbe colpevole di tradire la moglie Brigitte Trogneux e avrebbe una relazione extramatrimoniale con un altro uomo.
Ma l’ex ministro dell’Economia non si lascia travolgere e risponde con ironia alle voci che lo vorrebbero sentimentalmente vicino all’amministratore delegato di Radio France Mathieu Gallet. “Se avete sentito dire che ho una doppia vita con il signor Gallet è perché il mio ologramma è fuggito”, ha dichiarato Macron ai suoi sostenitori.
Intanto, si gode il momento positivo a campagna appena lanciata: se già puntava a raccogliere le preferenze di quanti si sentono traditi dai grandi partiti sia a destra che a sinistra, specialmente l’elettorato socialista, la china discendente imboccata da Fillon potrebbe davvero valergli i voti repubblicani.
E dato che Macron ha citato il suo ologramma gay, vale la pena ricordare che un altro concorrente, Jean-Luc Melenchon, esponente dell’estrema sinistra, ha lanciato la propria campagna all’insegna della tecnologia comparendo a Lione in persona e a Parigi in versione olografica.
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