La Macedonia cambia nome e diventa Repubblica della Macedonia del nord. Lo hanno deciso il governo di Skopje e quello della Grecia per risolvere una disputa che si trascinava dai tempi della disgregazione della Jugoslavia.
Oggi, domenica 17 giugno, la Macedonia e la Grecia hanno firmato ufficialmente l’accordo sul cambio di nome del Paese ex jugoslavo.
Atene era contraria all’uso del nome Macedonia, temendo rivendicazioni territoriali sulla sua omonima regione settentrionale.
A firmare il documento d’intesa sono stati i due ministri degli Esteri, il macedone Nikola Dimitrov e il greco Nikos Kotzias, alla presenza dei premier macedone Zoran Zaev e greco Alexis Tsipras, del mediatore Onu Matthew Nimetz, dell’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e del commissario europeo all’allargamento Johannes Hahn.
Ieri sera Alexis Tsipras aveva superato il primo round nella difficile partita per far decollare il compromesso sul nuovo nome della Former Republic of Macedonia (Fyrom). Contro di lui era stata presentata una mozione di sfiducia, che non è passata in Parlamento. Oltre a Syriza, hanno votato “no” anche i partner di maggioranza di Anel, che pure sono contrari all’intesa con Skopje. “Quando voteremo sull’accordo ci opporremo – ha detto il numero uno del partito Panos Kammenos – ma oggi non si parlava di questo”.
Il governo greco aveva posto il veto alla richiesta del paese confinante di entrare nella Nato e nell’Unione europea.
Dopo l’annuncio dell’accordo sul cambio di nome, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha sottolineato che si apre la strada per l’ingresso della Macedonia del nord nell’Alleanza atlantica.
Il nuovo nome dovrà ora essere approvato con referendum dai cittadini macedoni e dal parlamento greco a settembre.
In base all’accordo, la lingua ufficiale del paese sarà il macedone e i suoi abitanti saranno chiamati macedoni o cittadini della Repubblica della Macedonia del nord.
Il nuovo nome sarà utilizzato sia a livello internazionale sia a livello bilaterale.
Le due parti avevano in precedenza abbandonato diverse alternative, tra cui Macedonia superiore e Nuova Macedonia.
La disputa durava da 27 anni, da quando nel 1991 la Jugoslavia si dissolse e nacquero le repubbliche indipendenti di Serbia e Vojvodina (regione autonoma), Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Croazia, Montenegro e Macedonia.
Quest’ultima confina con l’antica regione greca che porta lo stesso nome e in cui si trova la seconda città del paese, Salonicco.
I governi greci che si sono succeduti negli anni hanno espresso il timore di possibili rivendicazioni territoriali da parte di Skopje.
Le preoccupazioni si sono intensificate quando l’aeroporto principale della capitale, Skopje, è stato intitolato all’antico eroe greco Alessandro Magno.
Recentemente, in occasione dell’ultimo meeting di Davos, il primo ministro macedone Zaev aveva concesso all’omologo greco Tsipras di cambiare il nome dell’aeroporto.
Zaev aveva sottolineato che il provvedimento dimostrava che la Macedonia non aveva pretese irredentiste sulla regione greca confinante.
Dall’altro lato, la Grecia si era detta pronta a fare concessioni per rendere le relazioni politiche amichevoli.
Piena soddisfazione della Nato per l’accordo raggiunto tra i due paesi. Il segretario generale Stoltenberg ha parlato di “accordo storico” dopo “anni di paziente diplomazia”. Secondo Stoltenberg, l’intesa “consoliderà la pace nei Balcani occidentali”.
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