Il governo macedone ha rimandato indietro in Grecia circa 1500 migranti che il 14 marzo avevano attraversato illegalmente il confine guadando un fiume. Lo ha fatto sapere la polizia macedone.
I 1500 migranti hanno camminato per ore lungo sentieri fangosi e guadato un fiume per aggirare la recinzione di frontiera. Circa 30 giornalisti sono stati arrestati. Tre migranti afghani, due uomini e una donna, erano morti annegati nel tentativo di attraversare il Suva Reka.
Altri 23 sono stati salvati dai soccorritori mentre sfidavano la corrente ingrossata del fiume.
Almeno 12.000 persone, tra cui migliaia di bambini, sono stati bloccati nel campo di Idomeni. Il loro viaggio verso l’Europa è stato interrotto dopo che la Macedonia e altri paesi lungo la cosiddetta rotta dei Balcani occidentali hanno chiuso i loro confini.
I leader dell’Unione europea stanno cercando di arginare un flusso di migranti e rifugiati che ha portato più di un milione di persone in fuga da guerre e povertà dal Medio Oriente e verso i paesi dell’Unione europea.
Il 17 e il 18 marzo si terrà un nuovo vertice sulla crisi migranti, con la partecipazione della Turchia. Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha esortato i rifugiati a trasferirsi in centri di accoglienza allestiti dallo stato.
Le condizioni del campo di Idomeni sono peggiorate dopo le forti piogge di questi giorni. La preoccupazione per la diffusione di malattie e infezioni cresce, dopo che a una persona è stata diagnosticata l’epatite A.
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