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    La Libia sta valutando il rilascio di tutti i migranti dai centri di detenzione

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 4 Lug. 2019 alle 15:54 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:52

    La Libia sta valutando il rilascio di tutti i migranti dai centri di detenzione

    Dopo la strage di Tajoura, che ha provocato la morte di almeno 100 persone, la Libia sta valutando il rilascio di tutti i migranti presenti nei centri di detenzione perché incapace di garantire la loro sicurezza.

    Lo riporta il quotidiano The Libya Observer citando fonti del ministro dell’Interno Fathi Bashagha.

    Quest’ultimo ha poi confermato la notizia con un post pubblicato su Facebook.

    “Il governo sta considerando la chiusura dei centri e il rilascio dei migranti illegali per tutelare le loro vite”,

    “Il governo – prosegue Bashagha – è tenuto a proteggere tutti i civili, ma il fatto che vengano presi di mira i centri di accoglienza da aerei F16 e la mancanza di una protezione aerea per i migranti clandestini nei centri stessi, sono tutte cose al di fuori della capacità del governo”.

    La notizia arriva all’indomani del raid aereo sul centro di detenzione di Tajoura, vicino Tripoli, a opera dell’Esercito nazionale libico guidato dal comandante Khalifa Haftar, che ha provocato la morte di almeno 100 persone.

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    Il governo libico, guidato da Fayez al-Sarraj e riconosciuto dalla Nazioni Unite, ha definito l’attacco un “crimine di guerra” e ha accusato del bombardamento il generale Haftar.

    Il rilascio immediato di tutti i migranti dai centri di detenzione libici potrebbe provocare un vero e proprio esodo verso l’Europa.

    L’Organizzazione internazionale per le migrazioni calcola che la misura potrebbe riguardare tra le 6mila e le 7mila persone, di cui 3mila solo a Tripoli.

    In molti, però, ritengono che questa decisione sia in realtà solamente una strategia di al-Sarraj per convincere i governi Europei e in particolar modo l’Italia a fare uno sforzo maggiore in favore del Governo di accordo nazionale.

    Una prima richiesta in questo senso c’era già stata lo scorso 1 luglio quando al-Sarraj ha incontrato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, chiedendo all’Italia un impegno maggiore per risolvere la guerra civile che da mesi sta flagellando la Libia.

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