Libia, raid aereo di Haftar su un’assemblea pubblica: 43 morti
È di 43 morti il bilancio delle vittime di un raid delle forze del generale Haftar in Libia su un assemblea pubblica, in una zona residenziale nella città di Marzuk (Marzuch), nel Sud del Paese nordafricano.
A dare notizia dell’accaduto è stata la tv Arabi21news citando un parlamentare libico a Tripoli, Rahma Abu Bakr. Secondo Abu Bakr, gli aerei del generale Haftar avrebbero condotto almeno quattro incursioni su una festa di nozze (particolare, quest’ultimo, poi smentito). Secondo un consigliere comunale, Marzouk Mohamed Omar, un altro aereo ha bombardato il quartiere residenziale di al Kalaa provocando diversi morti.
I raid, almeno tre secondo i testimoni, hanno centrato “un’assemblea pubblica”, colpendo un edificio governativo nel distretto di Qalaa, dove erano riunite circa 200 persone.
Inizialmente era stata notizia di un bilancio di almeno 20 morti e 35 feriti poi, come riferito dal sito libico online Enalibya, il consigliere della municipalità nel Sud Ovest della Libia ha parlato di almeno 41 vittime e 60 feriti, di cui 30 gravi. Poi il bilancio è salito a 43 morti.
“Nessuno era armato”, affermano fonti locali e del governo di unità nazionale. È stata immediata la condanna del leader del governo di unità nazionale, Fayez al Sarraj, che ha chiesto ancora una volta l’apertura di un’indagine dell’Onu per “crimini di guerra” contro Haftar.
Ue: “Attacchi assimilabili a crimini di guerra”
“Attacchi indiscriminati su aree residenziali densamente popolate possono essere assimilate a crimini di guerra e devono cessare immediatamente”, ha commentato in merito al raid aereo il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna che fa capo all’Alto rappresentante Federica Mogherini. “Come già affermato da Mogherini, chi commette crimini di guerra e chi infrange la Legge umanitaria internazionale deve essere portato di fronte alla giustizia”, è stato aggiunto nella nota.
Leggi l'articolo originale su TPI.it