Dopo l’annuncio del generale Khalifa Haftar di volere avanzare verso Tripoli, l’Eni ha deciso di evacuare il personale italiano presente in Libia dove da mercoledì 3 aprile sono in corso scontri tra i militari di Haftar e le milizie di Zintan e Misurata fedeli a Fayez Serraj, il premier del governo di unità nazionale.
Ieri, 5 aprile 2019 il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha incontrato a Bengasi il generale ed è ripartito dalla Libia lanciando un tweet amaro: “Riparto con il cuore pesante”.
Secondo fonti dell’Eni si tratta di “una decisione precauzionale“, come già avvenuto in altre occasioni. Il personale italiano della compagnia petrolifera in Libia è presente a Tripoli, nel giacimento di Wafa, in Tripolitania, e in quello di El Feel, a sud. L’evacuazione è avvenuta in raccordo con la Farnesina.
Il Libyan national army (Lna) di Haftar, ha lanciato un’offensiva verso l’Ovest del Paese, con l’obiettivo dichiarato di “liberare dal terrorismo Tripoli”, controllata dal Governo di accordo nazionale di al Serraj.
L’Unione europea, in un comunicato congiunto firmato da Italia, Francia, Stati Uniti, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti, ha espresso la sua preoccupazione affermando che “si rischia ad arrivare a uno scontro incontrollabile”.