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    Libia, Al Serraj denuncia: “Haftar ha violato il cessate il fuoco: si fermi o risponderemo in modo violento”

    Nuove tensioni dopo l'ok alla tregua arrivato ieri al termine di una settimana di incontri diplomatici

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 12 Gen. 2020 alle 08:46 Aggiornato il 12 Gen. 2020 alle 15:24

    Libia, nuove tensioni sul cessate il fuoco

    Nuove tensioni in Libia: a poche ore dall’entrate in vigore del cessate il fuoco, il Governo di Tripoli denuncia violazioni della tregua da parte delle milizie del generale Khalifa Haftar a Salaheddin e Wadi Rabie. “In caso di ulteriori violazioni, il Consiglio presidenziale del governo di Accordo nazionale libico non resterà a guardare e la sua risposta sarà violenta e ferma”, si legge in una nota diffusa da Tripoli nella mattinata di oggi, domenica 12 gennaio. Anche alcuni media pro-Haftar segnalano violazioni della tregua, assicurando tuttavia il rispetto dell’ordine di cessate il fuoco.

    Lo stop ai combattimenti era stato accettato ieri sera da Haftar e dal premier del Governo di Accordo nazionale, Fayez Al Serraj, che oggi si è recato in visita a Istanbul, in Turchia, ricevuto dal presidente turco Erdogan. La tregua rappresenta una svolta importante, dopo una settimana di combattimenti in particolare nella zona di Sirte. Negli ultimi giorni si erano intensificati gli incontri diplomatici tra Serraj, Haftar e diversi capi di stato e di governo. Anche il premier italiano Giuseppe Conte ha incontrato i due leader libici e ora saluta la notizia del cessate il fuoco come il “primo passo verso una soluzione politica” nella crisi libica, mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, apre all’ipotesi di una missione dei caschi blu europei.

    Ieri il via libera alla tregua

    Nella serata di ieri Ahmed Al Mismari, portavoce dell’Esercito nazionale libico del generale Haftar, aveva annunciato il via libera alla tregua e aveva avvertito che una dura rappresaglia verrà attuata contro chi non rispetterà lo stop ai combattimenti. Poco dopo era arrivato l’ok anche da parte di Al Serraj, che in un comunicato aveva promesso di difendersi nel caso in cui il cessate il fuoco venga violato, che è entrato in vigore a partire dalla mezzanotte di oggi, domenica 12 gennaio.

    Serraj, premier del Governo di Accordo Nazionale di Tripoli (l’unico formalmente riconosciuto dalla comunità internazionale), ha invitato le parti a una trattativa sotto egida dell’Onu su come pervenire ad una tregua duratura e a lavorare con tutti i libici per una conferenza nazionale in vista della Conferenza di Berlino per giungere alla pace.

    La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha fatto sapere su Twitter che “accoglie con favore l’annuncio di un cessate il fuoco e la cessazione delle operazioni militari delle parti in Libia”. L’Unsmil, si legge nel tweet, “spera che tutte le parti rispettino rigorosamente il cessate il fuoco e facciano spazio a sforzi pacifici per affrontare tutte le controversie attraverso un dialogo libico-libico”. “La missione esprime piena disponibilità a sostenere i libici e ad usare tutte le sue capacità per aiutarli a trovare una soluzione pacifica e definitiva alla crisi”.

     

     

    Libia: una settimana di incontri diplomatici

    La tregua arriva, come detto, al termine di una settimana fitta di incontri diplomatici: ad Ankara, in Turchia, il presidente Erdogan – che sostiene Serraj – ha ricevuto il suo omologo russo Putin, che appoggia invece Haftar. Lo stesso Putin ha poi parlato di Libia con la cancelliera tedesca Merkel, e il dossier libico è stato anche al centro del vertice dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, a Bruxelles. Nella capitale belga, mercoledì, Serrja ha incontrato l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

    Un ruolo nei negoziati per la tregua ha avuto anche l’Italia: il premier Conte ha ricevuto prima Haftar e poi, proprio ieri, Serraj, che ha dato il suo ok alla tregua auspicando però un rapido ritiro da parte delle forze di Haftar.

    Il cessate il fuoco, commenta Conte su Twitter, “è il primo passo per perseguire una soluzione politica. Ancora tanta strada da percorrere, ma la direzione è quella giusta”. Il premier ieri ha avuto una conversazione telefonica sulla Libia con il presidente francese Macron: i due leader hanno ribadito l’importanza di un coordinamento a livello europeo a favore del processo di pacificazione e stabilizzazione della Libia.

    Nella giornata di oggi Conte ha sentito telefonicamente Serraj, con la cancelliera Merkel e il presidente russo Putin.

     

     

     

    Sulla vicenda libica interviene anche il ministro degli Esteri Di Maio. “Sono i libici gli unici titolati a decidere, ma laddove le parti fossero d’accordo, visto che abbiamo raggiunto un cessate il fuoco, come Ue credo sia opportuno pensare a un’iniziativa che possa garantire un’intesa”, dice Di Maio intervistato da La Stampa. Il ministro dice sì a una missione con i caschi blu europei: “Sarebbe l’unico modo per fermare le interferenze esterne, il massacro di civili innocenti e per dare all’Ue una sola voce”. Ma, precisa, “questa è una proposta che deve partire dai libici. E solo in un quadro di legalità internazionale sancito dall’Onu”. “Evitiamo i violenti errori del 2011”.

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