In Libia il presidente del Governo di accordo nazionale (Gna), Fayez al Serraj, e il presidente del Parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, hanno annunciato “un cessate il fuoco su tutto il territorio” e la ripresa del processo politico che “porti a nuove elezioni a marzo”. L’accordo è stato reso noto nel tardo mattino di oggi, venerdì 21 agosto.
Serraj e Saleh concordano inoltre sulla ripresa della produzione e dell’esportazione del petrolio, i cui proventi andranno a un conto esterno della Banca nazionale libica e da cui si attingerà solo dopo un accordo comune. La missione dell’Onu in Libia, Unsmil, accoglie l’iniziativa “coraggiosa” delle due parti.
Sull’intesa raggiunta non si è ancora espresso Khalifa Haftar, il signore della Cirenaica che per mesi ha tenuto sotto assedio Tripoli senza riuscire a conquistarla (anche per l’appoggio della Turchia ad al Serraj). I rapporti tra Haftar – sostenuto da Egitto, Emirati Arabi e Russia – e il Parlamento Tobruk sono tesi da un anno, nonostante l’uno abbia bisogno dell’altro.
L’Assemblea è riconosciuta come un corpo politico dal governo di Tripoli – l’unico formalmente riconosciuto dalle Nazioni Unite – ma, se sul campo non ci fossero le truppe di Haftar, non avrebbe lo stesso peso. Tuttavia, la scorsa primavera il maresciallo – ex braccio destro di Gheddafi – ha lanciato un colpo di stato rivolto anche contro Tobruk. Da allora i rapporti si sono complicati.
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