L’esercito di Haftar, il Libyan National Army, sta avanzando verso Tripoli. Nella giornata di ieri le milizie governative sono state attaccate nei pressi della città di Alasaba, a circa cento chilometri dalla capitale libica.
Le forze fedeli al generale libico Khalifa Haftar sono però state respinte dal posto di blocco a meno di 30 chilometri da Tripoli che avevano conquistato ieri, afferma una fonte della sicurezza. Miliziani della città costiera di Zawiya, a ovest di Tripoli, hanno riconquistato la base dopo un “breve scambio a fuoco”, ha detto la fonte a condizione dell’anonimato.
Poche ore prima le truppe di Khalifa Haftar avevano preso il controllo della città di Gharyan. Nella città sono stati imposti un nuovo sindaco e un nuovo capo della polizia.
I soldati governativi hanno arrestato 128 combattenti libici della brigata 106 che fa capo ad Haftar. I miliziani sono tenuti prigionieri a ez Zauia, a circa 50 chilometri a ovest di Tripoli.
Haftar ha annunciato l’operazione come una mossa per la liberazione di Tripoli e ha chiesto in un messaggio audio ai miliziani e agli abitanti che difendono la capitale libica di deporre le armi e di issare “bandiera bianca per garantirsi la sicurezza”.
Il governo di Sarraj, sostenuto dall’Onu, ha decretato lo stato di emergenza e si prepara al far fronte all’attacco dell’esercito di Haftar.
Intanto in Libia si trova il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che guarda con preoccupazione all’escalation dei combattimenti. Guterres incontra oggi a Bengasi il generale Haftar.
A sostenere l’uomo forte della Cirenaica, è l’Egitto di Abdel Fath al-Sisi e gli Emirati arabi con il principe Mohammed bin Zayef, maggiore sponsor finanziario di Haftar.