È stato arrestato a Tripoli Abd al-Rahman al-Milad, noto come “Bija“, considerato uno dei trafficanti di essere umani più potenti della Libia e destinatario di sanzioni dell’Onu. Bija, ex capo della guardia costiera di Zawya, è stato arrestato dalle squadre delle forze di dissuasione del ministero del Governo dell’Interno di Tripoli nel pomeriggio di ieri, mercoledì 14 ottobre.
Era ricercato dall’ottobre del 2019 dalla procura della capitale libica, ma già a giugno 2018 il suo nome era finito nella lista dei destinatari delle sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu per il suo ruolo nel traffico di esseri umani dalla Libia all’Europa. È accusato di aver commesso crimini contro l’umanità e su di lui indaga la Corte penale internazionale dell’Aja.
Bija viene considerato a capo di un’organizzazione criminale che occupa ogni settore della regione di Zawya, 50 chilometri a ovest di Tripoli. Ha avuto inoltre un ruolo da protagonista anche nell’ultima guerra nella capitale libica. A raccontare il ruolo di Bija sulle pagine di TPI già nel 2017 è stata la giornalista freelance Nancy Porsia, che insieme al collega di Avvenire Nello Scavo un anno fa ha ricevuto minacce a causa delle inchieste sui campi di prigionia in Libia e sugli abusi della Guardia costiera libica.
L’inchiesta di Avvenire, pubblicata a ottobre 2019, documentava la partecipazione di Bija a una riunione sull’immigrazione al Cara di Mineo, in Sicilia, nel maggio 2017. Alla riunione erano presenti le autorità italiane e libiche. Bija, che probabilmente aveva documenti falsi, si era presentato come un 31enne ufficiale della Guardia costiera libica, diplomato all’Accademia navale, e in servizio per il Paese. Ma alcuni video lo mostrano mentre spara in mare contro i gommoni dei migranti che tentavano di raggiungere le coste europee.
Leggi anche: 1. Come funziona il business del traffico di esseri umani in Libia (di Nancy Porsia) /2. Migranti, questa foto dimostra la collusione dell’Italia con la Libia peggiore. Altro che Ong (di G. Cavalli) /3. Voci dalla Libia: come cambia il panorama dopo Sarraj
4. Dalla Libia all’Azerbaigian: la guerra per procura dei mercenari siriani di Erdogan /5. Libia, rapporto Amnesty International: “Nuove prove delle violenze contro i migranti”. Le colpe dell’Europa e dell’Italia