Secondo l’organizzazione non governativa statunitense
Freedom House, che si occupa di diritti umani, il 2015 è stato l’anno peggiore
da dieci anni a questa parte per quanto riguarda la libertà nel mondo.
Secondo l’ong, “Il mondo nel 2015 ha visto diverse crisi che
hanno fomentato sentimenti xenofobi in diversi paesi democratici e hanno
portato i regimi autoritari ad aumentare la repressione del dissenso”.
Freedom
House fa l’esempio della guerra in Siria e il rallentamento della crescita
economica in Cina, entrambi in grado di influire sulle libertà individuali in
molti altri paesi del mondo che risentono di questi sconvolgimenti.
L’ong ha pubblicato alcune statistiche in cui si dividono i
paesi del mondo in “liberi”, “parzialmente liberi” e “non liberi” attraverso 25
diversi indicatori.
Una mappa dei paesi più liberi, con il livello “100” considerato il massimo grado di libertà.
Negli ultimi dieci anni, i paesi definiti “liberi” sono
scesi dal 46 al 44 per cento, mentre i “non liberi” sono aumentati dal 24 al 26
per cento.
La percentuale di paesi “liberi”, “parzialmente liberi” e “non liberi” dal 1985 al 2015.
Nonostante ci siano stati paesi che hanno visto aumentare il
proprio grado di libertà, come il Myanmar dopo la vittoria di Aung San Suu Ky,
così come per il Venezuela e l’Argentina, mentre l’Africa continua a rimanere
il continente che vede la maggior presenza di nazioni considerate “non libere”.
La Scandinavia, al contrario, si afferma come l’area del mondo che vede il
maggior grado di libertà per i suoi abitanti.
I paesi che hanno perso e guadagnato più libertà nel 2015.