Il 12 novembre due attentati suicidi hanno colpito la zona sud di Beirut, capitale del Libano, uccidendo almeno 43 persone e ferendone oltre 240. I quartieri colpiti sono quelli a maggioranza musulmana sciita e rappresentano la vera e propria roccaforte degli Hezbollah, il partito armato sciita libanese vicino all’Iran e al presidente siriano Bashar al-Assad.
L’attacco, il più sanguinoso che abbia mai colpito il Libano dalla fine della guerra civile, è stato rivendicato dall’Isis attraverso diversi account sui social media. Gli stessi account hanno dichiarato che l’obiettivo dell’attacco erano i musulmani sciiti che l’Isis – sunnita – considera infedeli.
Gli Hezbollah hanno inviato centinaia di combattenti in appoggio del presidente siriano Assad e da quando lo scorso 30 settembre la Russia ha iniziato la sua campagna di raid in Siria hanno intensificato il proprio impegno.
L’attacco è stato compiuto all’uscita di un centro commerciale situato nel quartiere di Burj el-Barajneh, lungo l’autostrada che collega il centro di Beirut all’aeroporto.