È bastato un foglio giallo a righe strappato da un quaderno e due frasi scritte con una grafia elementare e incerta per mandare un messaggio breve ma efficace al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
Il mittente di questa lettera pubblicata perfino sul sito ufficiale della Casa Bianca è Alex, un bambino americano di sei anni, che si è rivolto a Obama informandolo circa la sua intenzione di voler offrire un posto nella sua famiglia a Omran Daqneesh, il bambino siriano rifugiato immortalato da una macchina fotografica seduto su un sedile di un’ambulanza, tutto sporco di polvere, con il sangue che colava sul volto impietrito e sotto shock, dopo un bombardamento ad Aleppo.
Un raid aereo aveva colpito e distrutto la sua abitazione. Lui insieme alla madre e al padre erano riusciti a salvarsi, mentre suo fratello di dieci anni morì tre giorni dopo in un’ospedale della città, a causa delle ferite riportate.
Qui alcuni passaggi della lettera inviata da Alex all’inquilino della Casa Bianca.
“Caro presidente Obama, si ricorda il ragazzo che è stato raccolto dai soccorritori in Siria e caricato su un’ambulanza? Per favore può andare a prenderlo e portarlo a casa nostra. Lo aspettiamo e gli daremo una famiglia. Lui sarà nostro fratello. Catherine, mia sorella, raccoglierà le farfalle e le lucciole per lui. Nella mia scuola, c’è un mio amico che viene dalla Siria, Omar, glielo presenterò. Tutti noi possiamo giocare insieme. Lo potremo invitare alle feste di compleanno e lui potrà insegnarci un’altra lingua. La prego di dirgli che suo fratello sarà Alex, un bambino gentile, proprio come lui. Dal momento che non porterà con sé i giocattoli, allora Catherine dividerà con lui il suo coniglio. Invece, io condividerò con lui la mia moto e gli insegnerò a guidarla”.
Grazie mille!
Alex, 6 anni
Lo staff della Casa Bianca ha condiviso la lettera scritta a mano da Alex e lo stesso Obama ne ha citato alcuni passaggi al vertice delle Nazioni Unite di New York, in un discorso sulla crisi siriana. “Dovremmo essere tutti come Alex”, ha dichiarato il presidente Obama.
Qui sotto la lettera originale