La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha firmato una legge che rende molto più severe le pene verso chi commette atti di violenza contro le donne.
Il reato di femminicidio è stato inserito nel codice penale brasiliano come qualsiasi omicidio che comprenda la violenza domestica, il disprezzo o la discriminazione verso le donne. Gli omicidi che avvengono con questi presupposti potranno essere puniti con condanne dai 12 ai 30 anni di carcere.
La pena può aggravarsi ulteriormente se la donna vittima è incinta, ha meno di 14 anni, più di 60 anni o è disabile.
Al momento della firma della legge, Dilma Rousseff ha notato come nel Paese vengano uccise ogni giorno 15 donne. Un dato molto grave, confermato sotanzialmente dalla “Mappa della Violenza” uno studio del Centro Brasiliano di studi latinoamericani secondo cui, nel 2012, il Brasile sarebbe stato il settimo Paese al mondo per casi di femminicidio.
Secondo uno studio dell’Istituto di Ricerca Economica applicata (Ipea), le donne più colpite dal femminicidio in Brasile sarebbero quelle di colore, nel 61 per cento dei casi.