A distanza di pochi giorni in Europa sono morte oltre cento persone in due incendi apparentemente non collegati tra loro, quello della Grenfell Tower, il grattacielo di Londra in cui sono decedute 79 persone e quello di Pedrogao Grande in Portogallo, in cui ne sono morte 64.
Esiste un legame tra questi due eventi? Apparentemente no. I due incendi sono stati originati da due cause completamente diverse, uno a causa di un cortocircuito all’interno di un appartamento e l’altro a causa di un fulmine e si sono sviluppati in due ambienti differenti, uno in un contesto urbano, l’altro in aperta campagna.
Eppure le due tragedie presentano dei parallelismi. Entrambi gli incendi si sono diffusi molto rapidamente e in modo tale che i vigili del fuoco non fossero in grado di fermarli. Inoltre, sia i residenti del grattacielo che gli automobilisti morti in strada, si sono ritrovati in gran parte impreparati e tagliati fuori da qualsiasi via di fuga. E in entrambi i casi la velocità a cui si sono propagate le fiamme è stata molto elevata, questo a causa dei materiali coinvolti nei due roghi.
Nell’incendio di Londra i pannelli montati appena un anno prima durante i lavori di ristrutturazione hanno consentito alle fiamme di raggiungere tutti i 24 piani della torre in poche ore. Nel rogo di Pedrogao invece, un paesaggio che una volta era dominato da pascoli e boschi, è stato sostituito da una vegetazione più densa, con piantagioni di pino e, più recentemente di eucalipto australiano. Entrambi gli alberi crescono molto velocemente e producono grandi quantità di legname.
Questi cambiamenti hanno portato ad un paesaggio molto più infiammabile. L’eucalipto infatti è una delle specie di alberi più infiammabili del mondo e il poliisocianurato (PIR), usato nel grattacielo di Londra, è un materiale infiammabile e che, in caso di incendio, può sprigionare fumi tossici.
Le origini di questi eventi catastrofici potrebbero perciò avere a che fare con ragioni economiche e sociali. Le zone rurali del Portogallo, già tra le regioni più povere d’Europa, hanno visto un significativo spopolamento negli ultimi anni. I residenti infatti, per trovare lavoro, si sono trasferiti in città o in altri paesi, lasciando dietro di sé villaggi poveri e popolati prevalentemente da anziani.
Anche le vittime dell’incendio di Londra, pur vivendo in un quartiere in cui risiedono molte persone ad alto reddito, appartenevano alle classi sociali più disagiate. La Grenfell Tower infatti, recentemente ristrutturata proprio per armonizzarla, dal punto di vista estetico, con gli edifici circostanti, in 20 dei suoi 24 piani, ospitava per lo più famiglie di immigrati di seconda generazione, studenti e disoccupati.
In entrambe queste tragedie la presenza di una popolazione impreparata ad affrontare gli incendi e un luogo circondato da terreni ripidi con monoculture estese di alberi altamente infiammabili e comunicazioni insufficienti, si uniscono in una perdita di vita. Tuttavia, come con il fuoco della Torre di Grenfell di Londra, l’alto rischio di incendio era tutt’altro che prevedibile. C’è molto da fare per ridurre la minaccia, o addirittura eliminare, materiali fortemente infiammabili, sia che si tratti di isolamento nei pressi di edifici o di piantagioni di foreste fitte che circondano i villaggi.