Due leader indigeni dell’Amazzonia sono stati uccisi in Brasile
Ancora degli indigeni uccisi in Amazzonia, stavolta si tratta di due leader, ammazzati in Brasile a colpi di arma da fuoco. È successo nello stato brasiliano di Maranhão e durante la sparatoria sono rimasti feriti altri due uomini. L’attacco è avvenuto non lontano dal luogo in cui è stato ucciso il mese scorso un importante membro di una tribù che si è distinta per aver difeso la foresta pluviale amazzonica.
L’attacco è avvenuto a scapito della tribù Guajajara, i cui componenti sono conosciuti come i guardiani della foresta, per i loro sforzi di proteggerla dalla deforestazione illegale. I due leader sono stati uccisi il 7 dicembre, su un’autostrada federale vicino al villaggio El-Betel, nel nord-est del paese.
Il gruppo stava tornando da una riunione quando hanno subito un attacco da uomini armati che hanno sparato da un’auto in movimento. Le tribù indigene in Brasile sono sempre più prese di mira, vittime di una violenza che è cresciuta da quando è diventato presidente Jair Bolsonaro, che ha promesso di ridurre i diritti delle tribù e ha incoraggiato lo sfruttamento commerciale delle loro terre.
Le violenze ai danni delle tribù indigene arrivano soprattutto da minatori e taglialegna illegali.
Magno Guajajara, portavoce della tribù, ha affermato di non sapere perché i due uomini, Firmino Guajajara e Raimundo Guajajara, siano stati uccisi. Il portavoce della tribù ha raccontato che gli aggressori si sono avvicinati in auto, hanno rallentato, abbassato i finestrini e aperto il fuoco.
Le autorità stanno indagando, ma non hanno fatto sapere se c’è stato qualche arresto per l’omicidio dei due uomini. L’incidente è avvenuto nella riserva indigena di Cana Brava, che si estende su 137.000 ettari nello stato di Maranhão e conta 4.500 abitanti.
Paulo Paulino Guajajara, il “guardiano della foresta” ucciso il mese scorso, è stato colpito in uno scontro con i taglialegna illegali non lontano dal luogo dell’ultimo attacco. L’assassinio dei due Guajajara arriva nella settimana in cui a Madrid si tiene la COP25: i grandi del pianeta si ritrovano in Spagna per affrontare il problema del cambiamento climatico e per discutere di come abbassare le emissioni dei gas serra.
A Madrid sono presenti leader indigeni brasiliani che tentano di attirare l’attenzione sull’importanza di proteggere i loro territori e la foresta.
“Quanto durerà? Chi sarà il prossimo?”, si chiede Sonia Guajajara, coordinatrice di una rete per collegare le popolazioni indigene brasiliane, rispondendo da Madrid al Guardian. “Le autorità devono guardare ai nostri indigeni. Ci stanno portando via la vita”.
La polizia federale brasiliana sta indagando sull’omicidio di El-Betel e sui moventi, ha detto il ministro della giustizia Sergio Moro sui social media. Moro ha anche detto che sta valutando la possibilità di inviare una squadra della Guardia Nazionale nello stato.
Il direttore del programma di Amazon Watch, Christian Poirier, ha dichiarato: “Un genocidio istituzionalizzato delle popolazioni indigene si sta verificando in Brasile. Vengono lasciati soli, vulnerabili a tutti i tipi di minacce e violenze.
“La comunità internazionale non deve accettare che venga versato altro sangue indigeno. È dovere costituzionale del governo brasiliano proteggere i territori indigeni e garantire la sicurezza dei loro popoli”, ha aggiunto.