Chi è in cerca di felicità e soddisfazione farebbe meglio ad andare a vivere in un Paese del nord Europa, almeno secondo il rapporto pubblicato dall’Earth Institute della British Columbia University.
Dal “World Happiness Report” per l’anno 2013 risulta infatti che sul podio dei Paesi più felici del mondo ci siano Danimarca, Norvegia e Svizzera, seguiti da Olanda e Svezia.
La classifica, stilata dai ricercatori della British Columbia insieme all’Istituto canadese per la ricerca avanzata, è frutto di uno studio condotto tra il 2010 e il 2012 su 156 Paesi con riferimento ad alcuni parametri come l’aspettativa di vita sana, il reddito pro capite, la generosità, la libertà di fare le proprie scelte di vita, la percezione della corruzione e il supporto sociale.
Se è vero che, come si legge nel rapporto, “il mondo è diventato un posto un po’ più felice e più generoso nel corso degli ultimi cinque anni”, è pur vero che i recenti sconvolgimenti economici e politici hanno portato a una notevole riduzione nel benessere di alcune nazioni.
I Paesi del sud Europa, per esempio, sono drasticamente scesi nella classifica a causa dell’impatto della crisi: l’Italia si trova al 45esimo posto, al di sotto della Spagna – 38esimo posto – ma prima della Grecia, che si piazza poco al di sopra della metà della classifica con il 70esimo posto.
I meno soddisfatti della propria vita sono i cittadini delle nazioni dell’Africa subsahariana, e in particolare Ruanda, Burundi, Repubblica Centrafricana, Benin e Togo. L’Egitto è il Paese che ha registrato la maggiore diminuzione di felicità negli ultimi cinque anni a causa delle recenti turbolenze politiche e civili. Tra i Paesi esaminati la crescita più significativa ha riguardato invece Angola, Zimbabwe e Albania.
Gli autori dello studio hanno inoltre suggerito ai governi che volessero migliorare la felicità delle loro popolazioni di spendere una quota maggiore dei loro bilanci sanitari sulle malattie mentali, l’unico “fattore critico della miseria” per i Paesi in testa alla classifica.
Il rapporto è stato predisposto dal consiglio direttivo del Sustainable Development Solutions Network (Sdsn) delle Nazioni Unite, e arriva in seguito al crescente movimento globale che diffonde il concetto di “economia della felicità”, chiedendo ai governi di ridurre l’enfasi sulla crescita economica e di concentrarsi su politiche che possano migliorare il benessere complessivo delle persone. Il concetto si è diffuso in Paesi di tutto il mondo, tra cui Regno Unito, Germania e Corea del Sud. Nel luglio 2011 le Nazioni Unite hanno inoltre incoraggiato gli Stati membri a misurare la felicità del loro popolo per orientare le politiche pubbliche.