Il governo afghano sta conducendo un’operazione militare per riprendere il controllo della città di Kunduz, centro strategico nel nord del Paese, caduta in mano ai Taliban il 28 settembre.
L’esercito americano ha condotto un attacco aereo per aiutare le forze governative afghane nella controffensiva contro i combattenti talebani, che a 14 anni dalla loro sconfitta nel 2001, sono riusciti a dimostrare di avere ancora abbastanza seguito da poter conquistare una città di questa importanza strategica.
Un portavoce della coalizione della Nato capitanata dagli Stati Uniti ha detto che l’attacco era volto a “eliminare una minaccia diretta alla coalizione e le forze afghane” nel territorio, nonostante la maggior parte delle truppe straniere si fossero ritirate alla fine del 2014, lasciando nel Paese soltanto 13mila soldati con il compito di addestrare le forze militari afghane e condurre operazioni antiterrorismo.
I Taliban sono entrati nella città da ogni direzione intorno alle tre del mattino di lunedì. Hanno subito liberato oltre 500 prigionieri dalle carceri della città, tra cui molti militanti, e conquistato diversi palazzi del governo. Si sono verificati scontri anche all’interno dell’ospedale regionale e una vicina università. Entro il pomeriggio, i combattenti avevano conquistato la sede dell’intelligence afghana e dato fuoco a palazzi delle Nazioni Unite.
Le truppe militari afghane erano composte da circa 7mila soldati, incluse alcune milizie locali, e i combattenti Taliban erano invece meno di mille. L’offensiva è stata resa possibile a causa di una scarsa coordinazione tra le diverse unità del governo presenti, secondo quanto riferisce un reporter locale.
Al momento, non è disponibile un bilancio accurato delle vittime, che sembrano essere nelle decine, mentre i feriti ammontano a un paio di centinaia.
Gli ufficiali del governo e le truppe afghane, che si erano rifugiate nell’aeroporto di Kunduz dopo l’arrivo dei Taliban, stanno lentamente riconquistando parti della città con l’aiuto di rinforzi.
La conquista di Kunduz, seppur temporanea, era la dimostrazione di forza che il nuovo leader dei Taliban, il Mullah Akhtar Mansour, cercava per consolidare il suo potere e tirare su il morale dei combattenti. Kunduz, a maggioranza di etnia pashtun, è stata l’ultima roccaforte talebana nel nord del Paese a cadere con la sconfitta del gruppo estremista nel 2001.
Tutto questo avviene a un anno dall’elezione del Presidente Ashraf Ghani, che fatica a tenere sotto controllo l’insurrezione guidata dai Taliban nel Paese, nonostante le sue truppe siano state addestrate dalle forze Nato.
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