Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Le colpe dell’Unione Europea

    La povertà africana ha poco a che fare con le tragedie dei migranti, la colpa è della politica europea. L'analisi di Quartz

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 16 Ott. 2013 alle 09:14 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:28

    La foto scelta dal sito Quartz per parlare di immigrazione lascia senza parole. La didascalia dice: “I nuovi cittadini italiani”, eppure al centro dell’immagine campeggiano solo quattro bare bianche. Non c’è nessun nome a identificarle, solo numeri. Sono passate quasi due settimane dalla tragedia di Lampedusa, eppure la domanda è ancora quella: di chi è la colpa?

    Secondo l’analisi operata da Quartz la povertà africana c’entra ben poco: la maggior parte delle colpe appartengono all’Unione Europea che con la sua politica accresce i rischi per chi attraversa il Mediterraneo.

    La prima cosa da sapere, secondo il giornale, è che la maggior parte degli immigrati non è vittima dei trafficanti di esseri umani, cui alcuni funzionari europei addossano la colpa. Il traffico di esseri umani presuppone infatti che le persone vengano trasportate con l’uso di violenza o frode. Al contrario la maggior parte degli immigrati che arrivano sui barconi ha scelto di salirvi, per cui il termine appropriato sarebbe “tratta di immigrati”, che presuppone un beneficio per entrambe le parti.

    Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha investito milioni nel rafforzamento dei confini terrestri. Tra il 2011 e il 2012 sono stati spesi quasi 21 milioni di euro, cioè complessivamente più di quanto è stato speso tra il 2006 e il 2010. Questo ha spinto molte più persone a sfidare il mare ed ha accresciuto la vulnerabilità dei migranti.

    Secondo Quartz, inoltre, la legge attuale scoraggia eventuali richieste d’asilo. Infatti l’agenzia Frontex, che si occupa della gestione delle frontiere esterne dell’Unione Europea, è libera di decidere discrezionalmente se inviare la domanda d’asilo o meno, e dal momento che spesso i migranti non sono identificabili è facile scartare le loro richieste. Come se non bastasse, la legge prevede che i migranti possano chiedere asilo solo nel primo Paese di arrivo, senza considerare che essi potrebbero avere parenti o possibilità di lavoro in un altro Paese dell’Unione.

    “Le rigide leggi sull’immigrazione”, scrive Quartz, “rendono difficile per i migranti entrare legalmente in Europa. E adesso l’Unione Europea renderà molto più difficile arrivare via mare”. Lo scopo reale del programma Eurosur annunciato dall’Ue sarebbe infatti non quello di salvare chi rischia la vita nel Mediterraneo, ma di portare avanti la lotta contro l’immigrazione.

    Il giornale accusa infine i politici di aver presentato la questione dell’immigrazione africana in modo sproporzionato. “Il più grande singolo punto di ingresso illegale non è Lampedusa: sono gli aeroporti europei”, ricorda Quatz, aggiungendo: “Dal 2009 al 2012, la nazionalità che ha attraversato maggiormente le frontiere europee è quella albanese”.

    L’alternativa che l’Unione Europea dovrebbe considerare, secondo Quartz, è la creazione di più canali di immigrazione legale e asilo. Finché non lo farà, gli investimenti come Ecosur fatti per immigrazione si tradurranno in tentativi di fermare il flusso migratorio, il che comporterà quasi sicuramente un aumento delle vittime del Mediterraneo.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version